Coppa Italia Assalto al trofeo: con la Juve si parte dal 2-0 dell'andata (ore 21, Rai2)
Sarà una finale di consolazione, ma pur sempre finale. Tralasciando il malcontento juventino, le vittorie di cragnottiana memoria hanno proiettato la Lazio nell'elìte del calcio europeo e ciò che sei anni fa poteva apparire un traguardo insperato - la coppa Italia n.d.r. - oggi diventa un obiettivo ordinario da ottenere dopo aver fallito l'ingresso nella Top Class del calcio continentale. Da una parte ci sarà la Lazio, che dopo aver perso colpevolmente l'ultimo treno per la Champions League, cercherà di portare a casa un trofeo comunque prestigioso. Dall'altra la Juventus, solitamente avvezza ai propri successi ma oggi costretta a ruminare malvolentieri per le vittorie delle antagoniste. Sarà una notte speciale per i due tecnici. Marcello Lippi vorrebbe alzare al cielo la coppa per congedarsi nel migliore dei modi dopo una stagione costrellata da numerosi infortuni. Troppi, per pretendere di essere ancora una volta vincente. Ma alla Juventus si vince: chi arriva secondo prende la strada di casa e saluta la Vecchia Signora. Sull'altra panchina Mancini pretende di raccogliere i frutti del suo lavoro prima di decidere il proprio futuro. Questa sera Mancio sarà sulla panchina della Lazio per l'ultima volta, almeno per questa stagione. Il tecnico paga con una giornata di squalifica e 2500 euro di multa lo sfogo nei confronti di Racalbuto che ha scritto tutto sul referto presentato al giudice. Poi c'è l'Inter all'orizzonte: ieri nuovo contatto con Ghelfi, Ad neroazzurro. Contratto di due anni già pronto, decisione nelle prossime ore. Prima c'è da alzare una Coppa al cielo. Il vantaggio di due a zero ottenuto all'Olimpico nella partita di andata garantisce ai biancocelesti i favori del pronostico. Per il tecnico jesino è tempo di vincere: alla sua Lazio mancano i gol, ed è un peccato originale di non poco conto. Stanotte basterà difendere il risultato ad occhiali per garantirsi la prossima finale di Supercoppa Italiana. Motivazioni e timori delle due squadre si scontreranno nell'ultima vera sfida stagionale: al fischio finale di Paparesta scorreranno i titoli di coda di un annus horribilis del mondo della pedata: arbitri, doping e scommesse. Comunque vada, il vincitore avrà un sorriso di circostanza: a Torino si mastica amaro quando a vincere lo scudetto sono altri, mentre a Roma ci sono troppi rimpianti per aver fallito l'obiettivo Champions League, dopo aver mancato innumerevoli occasioni per chiudere il conto. «Temo l'orgoglio della Juventus - ha dichiarato Mancini al termine dell'allenamento di ieri - ma anche loro devono aver paura della nostra voglia di vincere. Partiamo con un vantaggio di due gol, ma i miei giocatori sanno che dovranno fare la partita per portare a casa la coppa: non entreremo in campo per difenderci. La Juventus? Erano partiti per vincere lo scudetto, ma a volte può anche andare male. Sono altamente soddisfatto della stagione della Lazio: sono due anni che i ragazzi lavorano in mezzo a mille difficoltà e per questo li ringrazio ancora per il grandissimo lavoro ed i grandissimi sacrifici che hanno fatto. Peccato per il quarto posto, ma del resto nel campionato italiano c'è troppa differenza tra le quattro di testa ed il resto delle squadre. Se una delle grandi non disputa una stagione fallimentare è difficile entrare in Champions League». Sul fronte formazione Sereni difenderà la porta biancoceleste allespalle della linea di difesa. Mihajlovic avverte ancora un leggero fastidio al ginocchio destro ma ciò non gli impedirà di essere tra i protagonisti. Con lui in coppia centrale ci sarà Stam, mentre Oddo e Favalli agiranno sulle corsie esterne. Il capitano della Lazio stanotte taglierà il traguardo storico delle quattrocento partite ufficiali con la maglia biancoceleste. Centrocampo a quattro con Fiore-Giannichedda-Liverani-Cesar. In attacco Corradi e Muzzi. Fino all'ultimo resteranno in