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Non lo ferma un guasto all'undicesimo giro Tedesco avvertito dal contatto via radio

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Di più: «sono esausto». Perchè se è vero che in Spagna ha stabilito l'ennesimo primato (la quinta vittoria consecutiva in un campionato, come Mansell nel 1992), è altrettanto vero che la vittoria di Barcellona è venuta «dopo un'ora di contrapposte tensioni». Così Michael Schumacher ha spiegato il motivo della sua stanchezza: la sua Ferrari dall' 11/mo giro aveva un guasto allo scarico sinistro. «Sono stato costretto da un lato a spingere, dall'altro a dominare la tensione per la paura di restare a piedi da un momento all'altro. Sono pensieri contrapposti, quando corri in testa a un gran premio, non è facile gestirli». Anche per questo Schumacher ha voluto dedicare la sua 75/ma vittoria alla squadra: «sono stati loro ad accorgersi per primi che qualcosa non andava, io non me ne ero neanche accorto. Via radio Ross mi ha segnalato la temperatura anomala dello scarico sinistro. Sono stato in contatto con loro costantemente, questa gara l'abbiamo vinta davvero insieme. Del resto ho il 100% di fiducia nei loro confronti». Abbraccia la moglie Corinne, la bacia davanti a decine di fotografi, quindi dà ordine ai suoi collaboratori di distribuire una maglietta con il suo nome: «Michael Schumacher 200 F1 races - pulse passion». L'uomo dei record è cosi, freddo in gara al punto di saper gestire al massimo anche un guaio meccanico che potrebbe fermare la sua Ferrari da un momento all'altro, caldissimo nel dopo- gara, soprattutto nei confronti della squadra. «Eccezionali, questi ragazzi sono eccezionali», ha ripetuto Schumacher nella conferenza internazionale. Come fai a essere così forte quest'anno, rispetto al 2003? «È difficile da dire. La macchina è molto facile da guidare e per qualche ragione che non so spiegarmi, quest'anno riusciamo a tirare fuori tutto il suo potenziale, mentre lo scorso anno non ci riuscivamo. Non saprei dire perchè». La chiave della gara? «La strategia e la prima sosta eseguita dalla squadra in modo impeccabile - ha risposto Schumacher - È per questo che dico che ho fiducia in loro al cento per cento». Il primo pit stop, infatti, ha permesso a Schumacher di superare Trulli. «In partenza non ho potuto fare niente contro il suo sorpasso. L'ho visto all'ultimo momento nello specchietto, ma volava. Ho pensato anche di chiudergli la porta, ma era troppo vicino e troppo veloce, sarebbe stato scorretto. Così ho deciso di mantenere la mia traiettoria e di aspettare la sosta». Che è giunta all'undicesimo giro: 6,7" di attesa per rifornimento e cambio gomme. Quando Schumi esce, Trulli è dietro di lui. «Comunque le Renault hanno dimostrato di essere cresciute - ha sottolineato il campione tedesco - e vedrete che anche a Monaco saranno da tenere in considerazione. E anche le Bar, vanno bene sui cordoli». L'uomo dei record ripete, comunque, che se c'è una cosa che non lo interessa sono proprio i record. «Mi chiedete se a Monaco cercherò la sesta vittoria consecutiva per battere il primato di Mansell? Vi rispondo, per l'ennesima volta, che le statistiche non mi interessano. A Monaco cercherò di vincere, così come cerco ovunque, ma solo perchè mi piace il mio mestiere. In più Monaco è un gran premio prestigioso, vincere lì dà una sensazione particolare». L'uomo dei record, non lo dice, ma in Spagna ha dimostrato, se ancora ce ne fosse bisogno, che tra i tanti suoi talenti ce ne è uno capace di far fronte a situazioni impreviste, come quella di Barcellona: guidare una Formula 1 senza farla soffrire. «Ho cercato di gestirla il più possibile - ha ammesso Schumi - per evitare che il problema allo scarico potesse peggiorare. Dal punto di vista mentale è stato molto faticoso. Ma sono riuscito a portare la macchina a casa. Grazie a questa squadra».

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