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La prima volta di Carlos Moya

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Aggiungo che può voler dire qualcosa che gli spagnoli abbiano vinto tre volte negli ultimi quattro anni. La finale è stata deludente perché la superiorità di Moya è stata uguale alla rassegnazione dell'argentino David Nalbandian, dominato dall'inizio alla fine con una piccolissima ma insufficiente pausa nella fase centrale del secondo set. Ora devo spiegare perché pensavo ad una finale equilibrata, probabilmente lunga e mi ero addirittura spinto a concedere a Nalbandian il 55 per cento di probabilità di successo. Errore evidentemente clamoroso e probabilmente evitabile se non mi fossi fatto condizionare da un Moya che aveva rischiato di essere battuto da Karlovic e che a Montecarlo avevo visto perdere dal tedesco Schuettler, un tipo che sulla terra battuta non vale un posto tra i primi venti. Avrei invece dovuto tenere nella dovuta considerazione il diverso cammino compiuto nella stagione dai due finalisti. Infatti Moya aveva giocato nove tornei, per un totale di 33 incontri, Nalbandian 4 tornei per 14 incontri. La considerazione che ne deriva è che la stanchezza è meno importante dell'abitudine alla gara, soprattutto per giocatori come Moya e Nalbandian che sono fondamentalmente dei regolaristi. C'è da chiedersi perché mai un giocatore come Moya abbia dovuto attendere la sua nona partecipazione per vincere un torneo che si gioca in una città che ama (per sua stessa ammissione) e su una superficie che preferisce, come i suoi risultati e le sue caratteristiche suggeriscono. Infatti Moya, per ragioni misteriose, non aveva mai giocato bene a Roma, dove era giunto una sola volta nei quarti, un record incomprensibile per un tipo che nel 1998 era stato capace di vincere al Roland Garros. L'andamento della partita rende inutile la cronaca che cercherò di riassumere in poche righe. Il primo set è stato deciso da un solo break, giunto nel quarto gioco. Moya ha avuto un set point sul 5 a 2, servizio Nalbandian ma ha chiuso tranquillamente per 6-3 in soli 36 minuti. Nel secondo set Moya ha preso addirittura due break di vantaggio portandosi 4 a 1 con il servizio a disposizione. Qui c'è stato l'unico momento favorevole a Nalbandian che si è deciso a prendere qualche iniziativa riuscendo però solo a recuperare fino al 4 a 3 prima di cedere il set per 6-3 perdendo ancora il proprio servizio. Il terzo set è stato un monologo di Moya che è volato fino al 5 a 0 ed ha chiuso per 6-1 al primo match point dopo un'ora e 44 minuti. Comunque quello di Moya è un bel nome, certamente migliore e più prestigioso di quello del suo connazionale Felix Mantilla, che aveva vinto l'anno scorso battendo a sorpresa Federer. Da oggi tocca alle donne ed è un peccato che le prime otto teste di serie siano esentate dal primo turno. La loro presenza avrebbe attenuato il passaggio tra i due tornei soprattutto ora che la gente aveva ritrovato la strada del Foro Italico riempiendo, almeno nelle ultime due giornate, le tribune del centrale.

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