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di FRANCO MELLI AFFIORANO verità pressoché ineluttabili nello sprint per il quarto posto.

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Ora l'autolesionista Zaccheroni rifiata, pure se non potrà sbagliare la trasferta arroventata di Empoli, mentre Prandelli riceverà i friulani, teoricamente appagati dal bottino già acquisito. Ma poco prima degli ultimi verdetti, pare crudele aggiungere l'harakiri biancoceleste allo sgomento emiliano, dopo una domenica molto interista. Pensate: soccombono, più o meno senza appello, le due formazioni che dovettero amputare in corsa i loro organici, causa situazioni prefallimentari non ancora scavalcate. Certo, parmigiani e laziali si sono illusi spesso d'agganciare tramite esclusivi meriti sportivi il preliminare-Champions League. Invece verrà risarcito, probabilmente, il munifico petroliere nerazzurro, cui regolamenti anomali consentirono d'elargire al proprio stralunato allenatore tanto l'eversore brasiliano quanto un radar tipo Stankovic. Troppo facile riepilogare l'interminabile lista delle penalizzanti valutazioni applicate da approssimative terne arbitrali, con match-ball buttati via in quantità industriale. Brescia diventa amara sintesi d'una annata storta nelle omissioni realizzative, come pretende l'ultima festa professionale sventagliata su Roby Baggio. Suo l'artistico gol che affonda Corradi e gli altri sfortunati tiratori. Forse dipende dal destino dei poveri. Forse la reputazione di Prandelli e Mancini, prossime guide della Juve e dell'Inter, resterà abbagliante. Come l'inseguimento-salvezza griffato Cosmi, grazie ai torpori romanisti. Non è sbalorditivo che il tempestoso Gaucci torni ragionevolmente a sperare?

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