«La Lazio avrà il suo grande azionista»
Diritti tv, positivo il primo incontro con Sky. Si tratta il rinnovo biennale a 32 milioni di euro
Firmato Giuseppe Masoni, amministratore delegato d'una Lazio che cerca di vedere la luce in fondo al tunnel. L'obiettivo è sempre lo stesso, il tarlo che ormai ha fatto breccia nell'immaginario collettivo ed è diventata la corsa contro il tempo che unisce società, tifosi e associazioni di azionisti: l'aumento di capitale da 120 milioni destinato a entrare il 24 maggio. E stavolta Masoni si lascia sfuggire una confidenza: «C'è interesse intorno al club, questo mi fa sperare. Aspettiamo la partenza dell'aumento di capitale: sono fiducioso nell'intervento di un azionista di riferimento». Che, secondo Masoni, non sarà Bertarelli. «Non l'ho mai incontrato. Se lo avessi incontrato e se lui avesse voluto comprare la società lo avrei dichiarato. Le poche persone vicine all'imprenditore, che io conosco, hanno escluso ogni tipo d'intervento». L'uomo-Alinghi aleggia sulla scena, legato a doppio filo alla cordata di Riccione che nella scorsa settimana ha offerto 40 milioni per rilevare il 18% in mano a Capitalia, Bnl, Ricucci, Ligresti, Puma e Cirio. Masoni, dalle frequenze di «Radio Radio», risponde stizzito: «Non conosco i termini e gli elementi dell'offerta fatta da Riccardi a coloro che detengono il 18% delle azioni della Lazio. La loro credibilità si sta dissolvendo. Vorrei vedere depositato da loro l'importo minimo per la ricapitalizzazione, cioè 120 milioni di euro». Secca la replica della cordata (domenica scorsa, a Roma, incontro tra i due investitori per pianificare l'assalto finale alla società): «Bnl era pronta a chiudere l'operazione, Capitalia invece non si è voluta sedere al tavolo, le avremmo fornito tutte le garanzie del caso ma non molliamo». I tifosi, la Curva, chiedono che la querelle finisca: per questo, nella prossima settimana, chiederanno un faccia a faccia tra Capitalia e l'avvocato Riccardi. Masoni sposta il tiro sul monte-ingaggi. «Ci assesteremo sui 55 milioni ma il nostro obiettivo è di arrivare a 32, 33 milioni». Intanto proseguono i contatti con alcuni investitori esteri, in attesa di conoscere l'orientamento del gruppo olandese legato all'Abn Amro. E il sistema bancario continua a insistere per coinvolgere Polegato, il signor Geox, in attesa del «sì» di Ricucci, Capitalia, Ligresti e dell'ingresso di Lotito. Ieri Masoni, insieme al presidente Longo, al diggì De Mita e all'uomo-marketing Canigiani, ha incontrato l'Ad di Sky, Mockridge per il rinnovo dell'accordo sui diritti tv. Si tratta sulla base di circa 32 milioni di euro, anche se la società proverà a ottenere qualcosa di più, attraverso l'inserire nel discorso le partite amichevoli e qualche tournée. Timida l'apertura di Sky: si può fare. Nel piano industriale il club s'è comunque cautelato, inserendo per i prossimi anni, alla voce diritti tv, una cifra decurtata del 20% rispetto a quella attuale, cioè proprio 32 milioni. Il manager di Stam intanto conferma: «Abbiamo raggiunto un accordo biennale con il Milan (fino al 2006): la Lazio è già d'accordo col club rossonero». L'affare è stato chiuso per 8 milioni più il prestito di Borriello. «Lazionista», infine, dopo l'ok di Violati e del principe Borghese, sta lavorando per strappare i «sì» di Caracciolo, Palombini e Danesi.