Consob: «Un fallimento i titoli dei club in Borsa»
È quanto è emerso dalla relazione presentata ieri dalla Consob alla Commissione Cultura della Camera, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla crisi del calcio. Dall'analisi presentata alla Commissione presieduta da Ferdinando Adornato, dall'avvocato Giuseppe Canizaro, rappresentante della Divisine emittenti della Consob, risulta che i titoli delle tre società quotate, Juve, Roma e Lazio, dal '98 ad oggi sono crollati, facendo registrare perdite ingenti, al netto dell'andamento borsistico. Il tonfo record spetta al club biancoceleste, con una flessione del 157%, seguito dalla Roma che ha perso il 90% e dalla Juve che ha perso il 68%. Canizaro ha sottolineato che «la Lazio è stata la prima a rendersi conto che l'andamento non era positivo». Secondo il rappresentante della Consob anche per la Juve, che ha fatto registrare una perdita inferiore, la situazione non sarebbe stata comunque rosea: «La Juventus non ha usato il decreto salva calcio e ha chiuso con un utile solo perché si è avvalsa di plusvalenze». Anche secondo i rappresentanti della Consob - all'audizione ha preso parte anche Nelda Sotis - la strada da percorrere è quella della riduzione degli ingaggi. Durante la relazione sono emersi poi i rapporti tra la Lazio e la Cirio: «La Consob poteva fare poco - si è difeso Canizaro - nel rispetto delle regole noi siamo intervenuti con la Cirio applicando sanzioni pecuniarie nei confronti dei sindaci e dei revisori. È evidente che l'ingresso del calcio in borsa è stato un fallimento», ha detto a conclusione Adornato. E ieri è stata ascoltata anche la Commissione Agenti dei calciatori della Figc, rappresentata da Pietro D'Amelio e dal segretario generale Giuseppe Casamassima. Quanto alla Gea, la società di procuratori finita spesso sotto accusa, per la Commissione è tutto regolare: «Noi non abbiamo ravvisato né un conflitto di interessi né una posizione dominante», ha proseguito D'Amelio.