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Società, c'è la Popolare di Novara Aumento al via entro il 24: per l'azionariato spuntano la banca, Danesi e Bolla

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Per tagliare il traguardo dell'aumento di capitale da 120 milioni e garantirsi il futuro. La Lazio gioca la partita più importante fuori dal campo. Quella della vita. Ieri il Cda si è aggiornato dopo la relazione, negativa, della Deloitte and Touche sulla semestrale. Il consiglio farà un nuovo punto l'11 maggio, l'aumento slitterà al 17 (quando il titolo tornerà in Borsa). In realtà esiste ancora l'ipotesi d'un ulteriore rinvio, addirittura al 24 maggio. Il management (ieri riunito nello studio Ripa di Meana) sta però lavorando per chiudere il cerchio e per far decollare subito l'operazione. Il consiglio dovrà definire il prezzo di emissione, e il numero, delle nuove azioni (forbice tra 0,60 e 1 euro) e poi completare il prospetto informativo, nel quale sarà inserita anche la trimestrale. Definita, invece, la partita infragruppo con la Cirio: alla Lazio andranno 3 milioni di euro. Manca solo l'ufficialità, ma la plusvalenza è garantita. Ora si attendono altri segnali: dal fisco, ad esempio, per la dilazione del debito da oltre 100 milioni. Una discriminante che si riflette, inevitabilmente, sull'aumento di capitale. Masoni fiducioso: «Ce la faremo». L'altro nodo da sciogliere riguarda l'accordo con i giocatori per le cinque mensilità pregresse: in ballo ci sono circa 11 milioni di euro. Il nuovo accordo-quadro, quello relativo alla conversione di un mese di stipendio in azioni con decurtazione del 5% dell'ingaggio annuale, è naufragato. Ora si dovrà trovare un nuovo compromesso, ma i giocatori hanno respinto l'ipotesi presentata dalla società. Troppe condizioni sospensive, in assenza di nuovi elementi si dovrà provvedere al pagamento cash entro il 10 gennaio 2005. La società aspetta sempre gli ok di Ricucci, Ligresti e Capitalia per l'aumento e punta decisa su «Lazionista». L'associazione sposa l'azionariato popolare e ha individuato una banca per supportare il progetto legato alla nascita della fiduciaria: la Popolare di Novara (la Credem non parteciperà). Sono già arrivati gli ok di Giulio Violati, del principe Borghese e di Francesco Bolla. Nelle prossime ore si sonderà la disponibilità di Palombini, Caracciolo, Fiorucci e Danesi. Attese infine novità dal gruppo di Riccione che non molla nonostante Capitali abbia definito «bizzarra» l'offerta di 40 milioni: «Vogliamo acquistare la Lazio».

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