Con sei punti la banda Mancini può farcela sfruttando lo scontro diretto Inter-Parma
La Lazio ci crede nonostante il passo falso contro la Reggina, ma ora è stata scavalcata dal Parma anche se se si può consolare con la sconfitta dell'Inter a Lecce. C'è una poltrona per tre su cui la banda Mancini spera di sedersi sul filo di lana. Lo scontro diretto in programma domenica prossima a San Siro tra la squadra di Zaccheroni e quella di Prandelli chiarirà le posizione delle dirette concorrenti. La Lazio deve vincere a Brescia e sperare che il Parma non espugni lo stadio milanese così da presentarsi prima dell'ultima giornata al quarto posto a pari punti con una delle altre due (se finisce in parità sarà il Parma, se vincono i nerazzurri contro di loro). A Formello si fanno i calcoli e si è scoperto che tutto sommato sarebbe quasi meglio ritrovarsi a pari merito con l'Inter domenica sera visto che nell'ultimo turno Toldo e compagni giocheranno una partita vera ad Empoli mentre il Parma ospiterà l'Udinese, ormai sazia del suo posto in Uefa. La lotta è ancora apertissima e per questo Mancini continua a ripetere di credere nelle possibilità della sua banda di pirati che deve però fare il pieno nelle due gare che restano da qui alla fine di questo tormentato campionato. «Punto sull'Inter per domenica. Se vogliono andare in Champions League hanno bisogno di vincere vincere, altrimenti faremo i complimenti al Parma che, ad oggi, considerato che è avanti a tutti, è la favorita. Io, comunque, scommetto sempre sulla Lazio», ha ribadito anche ieri il tecnico biancoceleste. Mancini ci crede e sono convinti anche i giocatori che sperano di reprendersi a Brescia i punti persi nell'ultimo mese. Certo, sarà fondamentale recuperare il brasiliano Cesar che forse potrebbe tornare a disposizione già domenica pomeriggio. Favalli sarà squalificato e quindi la presenza del laterale brasiliano sarebbe quantomai importante per cercare di riprendere la corsa verso la Champions. Ma, al di là di chi scenderà in campo nei centottanta minuti finali, ci sarà bisogno di ritrovare i gol degli attaccanti che finora hanno realizzato in totale soltanto venti reti (9 Corradi, sei Inzaghi, quattro Lopez e uno solo Muzzi) vale a dire tante quante quelle segnate dal romanista Totti e una in più del parmense Gilardino. Alla Lazio è mancato un bomber, un cecchino infallibile in grado di trovare le giocate decisive quando la squadra è in difficoltà. Un difetto congenito per la creatura di Mancini che sta pagando i tanti punti persi sul suo cammino proprio per gli errori sotto porta delle punte. Ma non va dimenticato nemmeno il capitolo arbitri. E ieri il direttore generale De Mita è tornato sull'argomento: «Il nostro limite finora è stato quello di non chiudere le partite ma abbiamo giocato e stiamo giocando benissimo. A questo quarto posto ci crediamo ancora tutti, dirigenza e squadra, siamo convinti di potercela fare. È chiaro che molto dipende dalla partita di San Siro, dallo scontro diretto di domenica tra Inter e Parma, ma noi pensiamo a fare il nostro a Brescia e poi vediamo. Speriamo solo che almeno sia finita la sfortuna con gli arbitri, perché arrivare nuovamente in Champions League per noi è molto importante. Sportivamente, visti i problemi con cui conviviamo da due anni, sarebbe un'impresa fenomenale». Tante, troppe le partite finite male dopo clamorosi sbagli dei fischietti, a cominciare da Trefoloni e Racalbuto per finire a Bolognino. Inutili finora sono state le proteste dei dirigenti della società e di Mancini, anzi, a giudicare dai risultati prodotti sul campo, sembra ci sia stato un inasprimento della classe arbitrale nei confronti della Lazio e dei suoi giocatori. I rimpianti quindi sono tanti sia per le occasioni sciupate sia per gli errori della «Trefoloni band». Ora, però, c'è solo bisogno di tirare fuori le residue energie fisiche e psicologiche per centrare le vittorie contro Brescia e Modena che potrebbero