Sheva decisivo, Totti assente
Partita di forti emozioni, ma da una parte sola, quella del Grifo perugino, tatuato sulla spalla di Fabrizio Ravanelli, 36 anni, una vita passata sui campi di tutta Europa, e tornato al Curi per guidare un'impresa disperata: quella di salvare la sua squadra del cuore. Partita che non dimenticherà neanche Saadi Al Gheddafi, il figlio del colonnello libico, arrivato a Perugia una stagione fa per coronare il suo sogno, quello di giocare nel campionato di serie A. C'è riuscito. Saadi, con le gambe rotte dall' mozione, è riuscito ad incrociare, in una partita vera, i passi del suo idolo, Alex Del Piero. Per tentare la sua missione impossibile il Perugia è salito sulle spalle ancora forti di Ravanelli, la Juventus non ha nemmeno provato a giocarla la partita. Distante, assente, irriconoscibile, dimissionaria anzitempo, la squadra di Marcello Lippi ha deluso in primo luogo quei 4-5 mila tifosi giunti da ogni parte del centro Italia per sostenere la grande Juventus. I bianconeri hanno fatto qualcosa, ma proprio qualcosa, nel primi 20', poi nulla. Poi è stato solo Perugia. Pochi errori in difesa, quelli che nella passate settimane avevano fatto infuriare Cosmi più dei presunti torti arbitrali. Il tecnico del Perugia aveva dovuto cambiare proprio la difesa per le squalifiche di Diamoutene e Di Loreto. Al loro posto, una coppia centrale inedita, formata da Fresi e da Nastos, l'ex bianconero e il greco che da settimane non giocava più. A centrocampo Codrea ed Obodo hanno vinto i duelli con Appiah e Maresca. In attacco bastava Ravanelli, da solo. Una grinta incredibile, una classe ancora smagliante, un piede che accarezza il pallone - come in occasione del gol - e soprattutto un uomo dal cuore grande. Qualche ora prima della partita Fabrizio aveva partecipato - unico giocatore presente - all'inaugurazione del centro trapianti intitolato al suo amico Andrea Fortunato che proprio all'ospedale di Perugia aveva cercato di vincere l' ultima partita. Fabrizio lo aveva accolto assieme ai suoi familiari in un suo appartamento, vicino all' ospedale. Questa mattina Ravanelli ha pianto. Poi in campo ha tirato fuori tutto se stesso. La Juventus va a chiudere in tristezza, senza stimoli, il campionato. Del Piero in campo dal 1' ha giocato a ritmi lenti, come tutta la squadra. Battuti a centrocampo, svogliati in difesa, spuntati in attacco, i bianconeri hanno ceduto ben presto. Proprio il capitano ha avuto la prima palla buona della partita, al 6', su cross di Zambrotta. Ma non si è coordinato bene e il suo tiro al volo è andato sul fondo. Attorno alla mezz' ora il Perugia ha preso in mano con decisione la partita. Il secondo tempo era appena iniziato da 4' quando Ravanelli l'ha decisa senza appello. Penna bianca ha ricevuto al limite dell' area un pallone rasoterra da Codrea. Pressato da Juliano è riuscito a girarsi e dal suo sinistro ha fatto partire un pallonetto che si è infilato all' incrocio dei pali. Lippi ha cercato di cambiare la partita, e dall' 8 al 12' ha fatto uscire Nedved, Pessotto e Maresca, sostituendoli con Camoranesi, Miccoli e il giovane Boudianski, al suo esordio in campionato. Ma ormai i giochi erano fatti.