Mancini: «Lazio, resto qui»

Anche se oggi il campione di Las Vegas non è più il primo giocatore del mondo (le ultime classifiche gli assegnano il quinto posto) non c'è tennista, da Federer, il numero uno, a Ferrero ed a Roddick, che possa vantare la sua popolarità ed il suo carisma. Agassi ha un anno e qualche mese più di Pete Sampras, il suo grande rivale, e per il momento non parla di ritiro. Certamente ha ridotto l'attività e si è imposto una programmazione personalizzata dalla quale ha scartato i tornei che gli piacciono di meno. Roma, purtroppo, era tra questi perché la terra battuta non è mai stata la sua superficie preferita ma soprattutto perché uno che è nato a Las Vegas ha bisogno di crescere e di imparare a cogliere altri aspetti della vita. Così è successo che Agassi, dopo la finale del 1989 ha mancato l'appuntamento romano per sette volte nei successivi nove anni. Ha perso al primo turno nel 1991 contro il tedesco Jelen ed al secondo turno nel 1994 contro il nostro Pescosolido. Quando finalmente è tornato, nel 1999, non è stato amore a prima vista. Fuori al terzo turno contro Rafter, stessa sorte nel 2000 contro Hrbaty, addirittura eliminato al primo turno nel 2001 contro Calatrava. Ma intanto aveva sposato Staffi Graf ma soprattutto aveva cominciato ad apprezzare almeno i nostri ristoranti, se non i nostri musei ed i nostri monumenti . Finalmente nel 2001 ha fatto centro senza lasciare un set in tutto il torneo e facendo frare al tedesco Haas, suo avversario in finale, la figura del principiante. L'anno scorso è tornato a perdere male ma in un modo diverso. Ha vinto il primo set per 6-0 contro lo spagnolo David Ferrer poi ha patito il caldo ed ha smarrito la partita. Succede, anzi a lui succedeva più spesso in gioventù, oggi è diventato più selettivo ma anche più regolare. Agassi è l'inventore di un tennis anomalo che si pone a metà strada tra quello dei regolaristi da fondo campo e quello degli attaccanti che cercano la rete. Lui la rete la evita perché riesce ad attaccare anche con i colpi di rimbalzo, sfruttando doti di anticipo che nessuno ha mai posseduto in uguale misura. Agassi adopera il campo da tennis come un tavolo da ping pong. Da sempre, sia quando ha vinto che quando ha perso al primo turno, non ho mai potuto scartarlo dal gruppo dei favoriti e così faccio quest'anno.