Domani Italia-Spagna Baggio, passerella azzurra con il sogno-Europei
E amplia così i confini di una partita-celebrazione. «Una chiamata non vuol dire convocazione», ha detto Zoff; «Roby è un candidato all'Europeo: cosa farà Trap se contro la Spagna segnerà una doppietta?», ha risposto Vicini. Duelli verbali tra ex ct, perché quello in carica ha già chiarito che l'amichevole di Genova sarà per il 37enne campione di Caldogno un'omaggio alla carriera, non un impegno per il futuro. «Il problema non è Baggio, ma il fatto che in quel ruolo siamo messi benissimo», il commento di Vialli. Più o meno quello che Trap deve aver detto al giocatore quando gli ha chiesto la disponibilità a unirsi al gruppo per una sorta di partita di celebrazione della carriera al tramonto. «Mi ritiro a fine anno», ha più volte ribadito Baggio, anche quando da Carraro sono arrivati segnali chiari sulla volontà della Figc di veder convocato il Codino dall'Olimpica di Gentile, in caso di qualificazione ad Atene 2004. Ma ora il tam-tam pro Baggio si è spostato sugli Europei, e l'attaccante è già accreditato da presunti amici o conoscenti di un sogno per il torneo portoghese impossibile per Trap, che non lo convocò 2 anni fa, e difficile anche per chi ha deciso di smettere con il calcio il 16 maggio. Intanto, Baggio deve fare i conti con un indolenzimento ai flessori. «Lui è il primo medico di se stesso - ha detto il professor Ferretti e per sapere se sarà in campo domani bisogna tener conto del tenore dell'impegno: è un'amichevole». Come dire, Baggio potrà rinunciare alla pazza idea Europei, ma non alla passerella. Ieri sera traspariva un cauto ottimismo sulla presenza del Codino: la gamba fa meno male. Chi invece ha rinunciato sono milanisti e romanisti. «I medici dei club mi hanno detto che Totti e Nesta non potevano giocare, e non ho motivo di dubitare», ha spiegato Ferretti. Cassano e Gattuso, invece, «non avevano problemi fisici», ha aggiunto il medico della nazionale. E dire che uno studio Uefa presentato ieri sostiene una tesi particolare: ci si infortuna di più in allenamento che in partita e chi va a giocare in nazionale ha meno possibilità di subire problemi fisici perchè meglio allenato.