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di SIMONE VITTA IMOLA — Assolo di Michael Schumacher.

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È la sesta per il campione del mondo a Imola, dove si conferma il re: dal '99 è Schumacher la parola che spiega il Gp di San Marino. Da allora è il tedesco a trionfare e quando non ci riesce, come nel 2001, è il fratello Ralf ad apporre il marchio di famiglia sulla corsa. Una gara solitaria quella di Schumi, che smaltisce la beffa della qualifica di sabato quando la Bar-Honda lo aveva scavalcato, ma che conferma l'emergente Jenson Button, per la prima volta secondo in un Gp, dopo i terzi posti in Malesia e Bahrain. La gara dell'inglese è entusiasmante, riesce a stare in testa per nove giri, per essere superato dalla F2004 solo al primo pit stop. Dietro l'inglese, la Bmw-Williams di Juan Pablo Montoya, un po' deludente ma comunque lì, a differenza di Ralf Schumacher, che chiude settimo. Poi le Renault del fantastico Alonso, l'unico in grado di sorpassare in pista, davanti a Trulli. Subito dietro, appena sesto, Barrichello, che perde due posizioni al via e, confermando un week end in sordina, conclude nella medesima posizione, ma solo perchè l'aggressività di Alonso mette fuori causa Ralf Schumacher. A punti per la prima volta Kimi Raikkonen con la McLaren-Mercedes, dopo tre rotture del motore di fila. Al via è subito bagarre. Button tiene la testa, dietro Schumacher deve fare i miracoli per resistere all'attacco di Montoya, poi impegnato nel duello con il compagno di squadra Ralf Schumacher che mette le ruote sull'erba. Dietro Coulthard si tocca con Alonso e il britannico deve rientrare ai box per sistemare il musetto. Barrichello perde due posizioni ed è dietro a Button, Schumi, Montoya, Sato e Ralf. All'ottavo giro va ai box Montoya, seguito al successivo da Button, e Schumi spara in 1'20"411, un secondo più basso degli avversari. Poi, al 10mo, Barrichello, quindi il campione del mondo all'11mo, 7"8, che così riesce a rientrare al primo posto, ribaltando il verdetto della qualifica che ha mandato per prima al via la Bar-Honda. L'ordine cambia: dietro alla Ferrari sfilano Button, Montoya, Trulli, Ralf e Barrichello, che incalza la Bmw di Schumacher. Dopo la tempesta che ha sconquassato il bolognese l'altra sera, evidentemente la Ferrari si è trovata più a suo agio degli avversari nelle mutate condizioni dell'asfalto, la cui temperatura è di 39 gradi. Anche Raikkonen, partito per ultimo per guai al motore, si piazza al decimo posto. Dopo 22 giri il vantaggio della Ferrari che guida la gara sale a 14 secondi, che diventano 18"3 al 28mo, dopo la seconda sosta dei leader: una fuga solitaria. Al pit stop, si assiste al tentativo di sorpasso, fallito, di Rubinho su Ralf. Sorpasso che invece riesce a Montoya su Trulli. Dopo i secondi pit stop, la situazione cambia, a danno della Williams di Ralf, costretto all'errore da Alonso, che viene messo sotto investigazione dai commissari per la manovra in cui c'è un contatto, e superato da entrambe le Renault, e della Ferrari di Barrichello, scavalcato ai box e arretrato al settimo posto, mentre Schumacher resta al comando con 27" su Button e 51" su Montoya. Alonso, estremamente aggressivo, supera anche Trulli e diventa quarto. Poi Barrichello riguadagna la sesta piazza a svantaggio della Williams di Schumacher, approfittando a sua volta del testacoda del tedesco. Schumi rallenta, Sato rompe il motore, Barrichello insidia senza successo Trulli, Alonso conferma la fama di conbattente, la McLaren delude ancora, malgrado il punto di Raikkonen, nonostante l'handicap in partenza. La Ferrari trionfa, la Bar-Honda si conferma la vera sfidante, la Williams si difende, la Renault gongola, Rubinho si rode il fegato, Raikkonen vede un raggio di luce. Ma la Formula 1 ormai si chiama solo Michael Schumacher. Quattro vittorie su quattro, record incredibili, nessuno in grado di competere, per storia e anche prestazioni attuali.

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