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Mancini: Rosetti quanti errori

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Delusione, quasi rassegnazione. La Lazio e gli arbitri, anzi i guardalinee: una stagione da dimenticare. Mancini si contiene a stento: il rigore fischiato per fallo di mano di Corradi, i penalty discussi non concessi a Lopez, uno negato a Oddo. E' il derby dei rimpianti, ultimo anello d'una catena infinita. Longo affonda i colpi e lancia una provocazione: «Contro l'Inter giochiamo senza guardalinee: quello degli arbitri sta diventando un problema serio, non so più cose dire o fare. Mi auguro che a Milano la squadra sia più fortunata con il direttore di gara. Abbiamo presentato un dossier ma non è servito a cambiare la situazione». Mancini vorrebbe spaccare il mondo ma si limita a stigmatizzare l'episodio che ha regalato alla Roma il rigore del pareggio. «Si può fischiare un penalty così? Non sempre certe situazioni sono volontarie. Comunque non vale la pena parlare di arbitri: se si fischia il rigore contro Corradi se devono concedere altri mille». Il diggì De Mita evita le polemiche: «Di errori e fischietti abbiamo parlato anche troppo, mi accontento della prestazione della squadra». E Mancini riparte proprio dalla squadra, anzi dalla Champions League. Un obiettivo trasfigurato dietro novanta minuti-spareggio: Inter contro Lazio, domenica a San Siro. In palio una fetta, importante, di quarto posto. «Mi avrebbe fatto piacere vincere il derby, ma ora penso solo alla sfida con i nerazzurri. Dobbiamo andare lì per prenderci i tre punti, senza troppe riflessioni». Il tecnico ci crede. «La Lazio ha disputato un derby soddisfacente. Mi sono piaciuti tutti i ragazzi: siamo stati in difficoltà solo nei minuti iniziali del secondo tempo, quando la Roma ha comandato le operazioni per cercare di riprendere la partita». Critico sull'espulsione di Liverani, accompagnata da un sorriso: «Troppo fiscale, comunque anche in dieci abbiamo tenuto bene il campo. Siamo stati propositivi, mi è piaciuto lo spirito della squadra». Sul derby in generale. «Bella partita, tirata. La Roma ha una serie di campioni capaci di fare la differenza in ogni momento. Siamo riusciti a contenere la loro manovra, senza particolari affanni». Stavolta è arrivato il gol di un attaccante, Mancini scherza. «Sì, un bel segnale, ora mi auguro continuino. Ci servono le loro reti per centrare la Champions League. Muzzi? E' uscito perché aveva un problema. Avevo scelto lui perché era uscito alla fine del primo tempo domenica scorsa ed era più fresco rispetto a Lopez, che invece aveva giocato tutta la partita». Infine uno sguardo al futuro: «In campionato dobbiamo fare il massimo, a prescindere da quello che succede domenica a Milano. Non abbiamo altre chances se vogliamo entrare in Champions League. Poi abbiamo un altro obiettivo: la Coppa Italia. Andremo a Torino per prenderci il trofeo. Insomma voglio il massimo, possiamo farcela. Abbiamo forza e freschezza per centrare entrambi gli obiettivi». E detto dopo altri novanta minuti di rabbia suona un po' come un segnale di convinzione più forte del rimpianto.

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