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L'ira di Gaucci: «Ora basta, ritiro il Perugia»

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«Non è una minaccia, siamo stufi di essere presi in giro ogni domenica. Decisione irrevocabile»

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«La società vuole ritirare la squadra - ha detto, nel corso di un collegamento telefonico con Telelombardia - se i tifosi e la città sono d'accordo ritiriamo la squadra. Almeno gli diciamo: giocate da soli, così vi divertite meglio». «Scusate, noi possiamo giocare in queste condizioni? Dobbiamo giocare in 14 contro 11, non è possibile, tutte le domeniche la stessa storia» «Basta con il tiro al piccione», ha aggiunto Gaucci, che ha specificato «I miei figli sono stati i primi a spronarmi verso questa decisione». Cosa faranno i giocatori nelle prossime settimane? «Si potranno allenare - ha detto Gaucci - ma non andranno in campo». Per la cronaca, le prossime quattro partite del Perugia sono a Brescia, in casa con la Juventus, all'Olimpico con la Roma e l'ultima al Curi con l'Ancona. All'esternazione a Telelomardia ha fatro seguito quella rilasciata a «Cuore di calcio», trasmisione di Gold tv: «Quella di ritirare la squadra non è una minaccia, ma una decisione», ha affermato Gaucci che ha così proseguito: «Non siamo più disposti a fare il tiro al piccione: in 30 partite abbiamo subìto 28 torti arbitrali. Dopo le cause di questa estate la Caf ci ha dato ragione, Carraro forse non è contento e si sta vendicando così. Gli arbitri non possono essere così scarsi e sbagliare sempre nella stessa direzione. A Capitalia non dobbiamo giustificare nulla, le azioni sono per il 100 per cento della famiglia Gaucci. Quello che succede è vergognoso. Non vogliamo dare la soddisfazione a nessuno di dire che ci hanno fatto perdere». «Carraro non attacca il Catania ma il Perugia perchè ha paura dei giudici siciliani», ha detto ancora Luciano Gaucci, a conclusione del suo pesante interVento.

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