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Assurdo negare a Collina il Natale capitolino

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Ma l'occasione riabilitante, cui la brava gente aderirà mercoledì senza paventare guastafeste, imporrebbe pure lo sforzo altrettanto benefico di puntare sull'arbitro migliore, cioè garantire Pierluigi Collina fra biancocelesti e giallorossi, come raccomanda nel vento il presidente Ugo Longo. Probabilmente stiamo chiedendo troppo ai nostri designatori, vista l'impossibilità di travasare fischietti rassicuranti dentro le partite più delicate. Bergamo e Pairetto vanno ancora fieri della loro rovinosa gestione, dove gli orientamenti assurdi culminano appunto nell'idea che ora blocca il grande Pelato, già chiamato a giudicare sei partite dei romanisti. Non è puro autolesionismo, mentre imperversano nocivi Bertini, De Santis, Pieri, Paparesta e i rispettivi collaboratori? Non è un utilizzo pessimo della propria «forza-lavoro», quasi risultasse fin qui lusinghiero il bilancio stagionale dell'Aia? Collina meriterebbe una deroga all'assurdo capestro, che gli vieta di tornare nell'orbita capitolina causa il limite stagionale fissato. Collina andrebbe liberato per ogni appuntamento-clou, non coinvolto in sorteggi pilotati. Lo pretende la sua carriera di fenomeno affrancato dai potenti. Lo dimostra Siena-Milan: solo Collina può sanzionare quel gomito galeotto che oppone Shevchenko. Solo lui sa snidare nella circostanza il rigore sacrosanto e spesso omesso dai colleghi. Poi, toccata quota-record (75 punti), Ancelotti scopre che valutazioni simili rendono giustizia al probabilissimo scudetto «sporcato» per battere l'Empoli. E metabolizzato il solito Rosetti nel romanzesco 4-2 sul retrocesso Ancona (due volte sotto, prima di ringraziare Fiore, Zauri e la doppietta di Couto), la Lazio ci ricorda che il quarto porto sarebbe sicuro se abbondasse l'integralismo colliniano. Invece bisognerà soffrire dietro l'Inter, vagheggiando giudici equi. Come desidera Capello, cui non sfugge l'importanza d'acquisire almeno il secondo posto davanti agli irriducibili juventini. Forza, ripristiniamo l'orgoglio riugantino, e buona fortuna a chi arbitrerà la replica stracittadina.

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