I lavori termineranno il 20 giugno. Carraro e Galliani: «no» all'introduzione della tecnologia
È sulla base di questo principio («che suscita certamente discussioni, che è accettato universalmente e che probabilmente è una delle ragioni della popolarità sempre crescente del nostro sport») e sul «presupposto della buona fede, salvo prova contraria, di tutti i protagonisti» che il vertice della federcalcio sugli arbitraggi ha lanciato la Commissione di Studio che nei prossimi mesi (entro il 20 giugno) dovrà valutare: 1) l'applicazione del regolamento internazionale in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna e Italia; 2) analizzare le modalità di reclutamento e preparazione degli arbitri, della loro organizzazione associativa e delle modalità con cui vengono fatte le designazioni nei cinque paesi. Tra le ipotesi c'è anche quella di trasformare in arbitri gli ex calciatori; 3) confrontare il comportamento degli arbitri in occasione della Champions League, della Coppa Uefa e dei principali campionati dei cinque paesi. Il comunicato con cui la federazione ha reso note le conclusioni del vertice (al quale, oltre al presidente Carraro, hanno partecipato i vicepresidenti Abete e Mazzini, i presidenti delle Leghe Galliani, Macalli e Tavecchio, i presidenti di Aic e Aiac Campana e Vicini nonché il presidente dell'Aia Lanese), ha una lunga premessa: «Sul campo le regole sono applicate da un arbitro che si avvale dell'ausilio di due assistenti. Le sue decisioni sono definitive. L'evoluzione dei mezzi di informazione, soprattutto di quello televisivo, ha dato e continua a dare un contributo decisivo alla diffusione e all'incremento della popolarità del calcio. Non vi è dubbio che, se il calcio suscita tante emozioni e ha avuto un così grande sviluppo economico, ciò è dovuto anche al contributo dei media e soprattutto della televisione». «Il calcio - prosegue il testo della Figc - non può che compiacersi di questa diffusione massmediologica, ma è indispensabile che tutti si rendano conto che l'operato dei 22 giocatori in campo, dell'arbitro e dei suoi assistenti, sono negli anni sempre gli stessi, salvo le evoluzioni tecniche, tattiche ed atletiche; che la partita a cui assistono gli spettatori nello stadio avviene secondo canoni tradizionali, mentre lo spettacolo riservato ai telespettatori in diretta e nelle trasmissioni successive, è un altro. Tutto questo suscita discussioni anche vivaci che accentuano la popolarità del nostro sport. La condizione per rimanere nell'ambito di un civile equilibrio è il presupposto della buona fede, salvo prova contraria, di tutti i protagonisti». Galliani difende i fischietti: «Sono i migliori d'Europa, come gli assistenti. E le moviole riescono solo a distorcere la realtà, a far vedere solo quello che si vuole vedere».