Questo miele è fuori posto Senza passione non c'è partita
Beffardo, perchè il tifo è così, e quei tre punti in palio valgono, eccome. Sì, abbiamo sputtanato la capitale il 21 marzo scorso con quella sceneggiata surreale poi sfociata in legnate e lacrimogeni. E sappiamo che questo 21 aprile l'Olimpico sarà sotto gli occhi di tutta Italia. Questa partita è occasione di riscatto, ma è una partita vera. Non vogliamo ripetere l'errore, ma tutto questo miele della vigilia non è meglio dell'eccesso di fiele. Che derby è quello del «volemose bene»? Che la partita si giochi, con tutti gli attributi necessari, in campo e sugli spalti. Perchè la violenza è idiota, ma la passione è il sale della vita come del calcio. Ci si giocherà il campionato, mica il derby del cuore! Figuriamoci, è un'ottima idea anche quella di versare 300 mila euro dell'incasso in beneficenza. Tanto più se quei soldi arriveranno alle famiglie dei caduti delle forze dell'ordine e all'Ospedale Bambin Gesù, una delle istituzioni più meritorie della città. Ma, permettetemi, la beneficenza non si fa per decreto. Offrano pure, e spontaneamente, parte dei loro ingaggi Roberto Mancini e Fabio Capello, Giuseppe Favalli e Francesco Totti. Ancora meglio se lo fanno (e accade) senza chiamare fotografi e telecamere per l'annuncio. Guardate, una partita di calcio, i cori delle tifoserie, gli sberleffi delle opposte fazioni sono la cosa più sana che c'è. La malattia è nel contorno. Nel business che doveva lanciare il pallone e invece l'ha dissanguato. Nella politica che invade tribune e spalti e utilizza una passione sana per fini innaturali. Nello show che viene trasmesso fuori dagli stadi. Nel fiele e nel miele. Buttiamoceli alle spalle, e godiamoci una partita all'ultima goccia di sudore. Quella che vale la pena vedere e per cui valga la pena di tifare. Franco Bechis