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La Lazio si ribella: arbitri basta

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Non è la formazione che Mancini pensa di mandare in campo domenica prossima ma solo il triste elenco degli autori di gol regolarissimi annullati senza motivo. E la Lazio, complici anche difetti congeniti nel proprio Dna, vede il quarto posto allontanarsi e con esso i preziosi milioni di euro della Champions League. Ma, se non bastassero quegli episodi, non vanno nemmeno dimenticati altri scippi targati Racalbuto (a Modena, due rigori negati) e Trefoloni (contro l'Udinese in casa). Uno stillicidio di errori che ha bloccato finora la corsa laziale e spinto Inter e Parma al sorpasso. Qualcuno potrà ecceppire che ci sono stati anche un paio di situazioni favorevoli alla Lazio: si sbaglia perché si tratta sempre di partite che sarebbero finite lo stesso con la vittoria della banda Mancini (il 5-2 col Siena sarebbe diventato 3-2 senza i due gol irregolari di Cesar e Inzaghi, quella di Genova con la Samp andrebbe tolto la rete in apertura di Simoncino, ma andrebbe conteggiato anche il rigore inesistente concesso da Messina alla squadra di Novellino). Insomma i torti arbitrali ci sono e pure tanti. Sono costati almeno sei o sette punti che sarebbero stati decisivi per l'obiettivo finale. Il presidente Longo era stato profetico dopo la designazione di Bertini, un altro di quelli che sembra ormai avere qualcosa di personale contro la Lazio: «Perché gli arbitri migliori vengono mandati in B?». Il fischietto di Arezzo ha penalizzato ancora una volta la banda Mancini e ieri il il numero uno biancoceleste è ancora arrabbiato: Non parlo di malafede, ma chiedo ai vertici arbitrali di fare grande attenzione nelle ultime giornate. In palio per noi c'è la Champions League che vale tanti soldi importanti per sopravvivere. Stesso discorso per gli assistenti perché ora siamo stufi di questi errori continui sempre ai nostri danni. La finale di Coppa Italia? Non sono tranquillo». Ma i dirigenti e anche Mancini non tralasciano l'aspetto tecnico per non concedere un alibi alla squadra che si sta arrendendo alle avversità. Al di là di Trefoloni e company, la Lazio ha gettato dalla finestra tanti punti e ha commesso anche delle ingenuità solari in difesa. Senza dimenticare la cronica astinenza degli attaccanti che hanno sbagliato clamorose occasioni. Corradi ha segnato otto reti in linea con la sua media, Inzaghi ha fatto bene il suo mestiere anche perché è stato fermo due mesi per infortunio. Gli altri due, Lopez e Muzzi, sono diventati due casi: tre gol il primo, uno il secondo, rappresentano la delusioni più grande di questo campionato. Oggi la squadra tornerà ad allenarsi in vista della gara interna con l'Ancona. Mancini ha parlato chiaro servono tredici punti sui diciotto in palio per andare in Champions. La Lazio ce la può fare a meno che non ci sia qualche altro fischio galeotto.

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