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di TIZIANO CARMELLINI L'IMPERATIVO è no-comment.

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L'episodio, definito da addetti ai lavori e non, «inesistente» getta un'ombra pesante sulla bella stagione della squadra di Ancelotti che, probabilmente, sarebbe arrivata al tricolore anche senza i vistosi aiuti dei quali sta beneficiando. Dall'altra parte la Roma che non ci sta, continua la sua ricorsa a colpi da tre punti, ma ha deciso la via del no-comment per non cadere di nuovo in tranelli antichi. La reazione giallorossa sta tutta nel gesto, vissuto in diretta grazie all'attenta regia di Sky, di Capello alla notizia. Cronistoria. La Roma sta dominando il Chievo sul neutro di Palermo. Il Milan pareggia 0-0 a San Siro con l'Empoli a poco più di cinque minuti dal termine, quando Tempestilli, in panchina con Capello, comunica al tecnico giallorosso il rigore «dubbio» concesso da Paparesta ai rossoneri. Capello ride e fa spallucce, come dire... lo sapevo. Poi però, interpellato sull'evento a fine gara, rispetta le consegne societarie: «Se l'arbitro ha fischiato, si vede che ha ritenuto necessario farlo... il resto è solo folklore». Praticamente perfetto. Inutile poi provare a far commentare l'episodio al presidente Sensi, barricato in casa dietro il più impenetrabile dei «no-comment». Così come il ds Baldini, l'uomo che in queste occasioni in genere ci ha sempre messo la faccia: niente, non una battuta nemmeno da lui. L'aria è pesante, ma la Roma si chiude in se stessa e pensa al Modena, mentre i tifosi della capitale urlano all'ennesimo «furto». I tifosi della capitale tutta, visto che anche la Lazio sta ricevendo trattamento «adeguato». L'obiettivo, stavolta, sembrerebbe ancora più ampio. Non un missile contro la Roma, ma una battaglia globale con la chiara volontà di cancellare la Capitale dal calcio che conta, un progetto che include anche la Lazio: perché il gol annullato alla squadra di Mancini contro la Juve è ugualmente inspiegabile. La Roma comunque resta concentrata, pensa al Modena e al suo futuro societario per il quale inizia una settimana decisiva. Mentra Capitalia progetta la struttura della nuova «rometta», i russi tornano all'attacco. L'istituto di credito in questa fase fa muro, cerca di tenere lontane le influenze straniere, perché far entrare la Nafta Moskva vorrebbe dire perdere la Roma ormai già «sfilata» per buona parte dalle mani di Sensi. Con questo gli imprenditori romani legati all'affare, perderebbero tutta una serie di bonus «politici» che iniziavano invece a far gola. Ma nessuno ha fatto i conti col popolo giallorosso. Il tam tam dell'etere romano ha già messo in pre-allarme i tifosi giallorossi pronti a mobilitarsi nel caso la scalata alla Roma volesse dire «ridimensionamento». A quel punto per Capitalia o chicchessia, sarebbe duro spiegare alla gente il perché di questa operazione: e a Roma in questo senso ci sono precedenti eccellenti. Intanto Sensi, sempre più alle corde, prende tempo. L'assemblea degli azionisti prevista per il 16 aprile è stata rinviata a seconda seduta al 22 (c'è anche l'eventualità della terza il 28). Si aspetta. Cosa? I russi (previsti a Roma sembra per metà settimana), ammesso che gli venga permesso di avvicinarsi alla Roma. Ma la «chicca» delle ultime ore, sarebbe l'interessamento della cordata di imprenditori cinesi già in contatto con la Lazio. «Ci interessa anche la Roma» avrebbe sentenziato un alto esponente delle multinazionali cinesi. I manager dagli occhi a mandorla sono in questi giorni a Roma, ieri hanno visitato la Lazio a Formello e nei prossimi giorni potrebbero provare a fare altrettanto con la Roma. Insomma, per i giallorossi si potrebbe trattare di un altro derby: stavolta però sarebbe un Russia-Cina dal sapore molto asiatico.

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