Simeone: «Il Milan è fortissimo ma ai giallorossi serve un'impresa»

Primavera del 2000, la Lazio a otto giornate dal termine ha nove punti di distacco dalla capolista Juventus. Anche il giornale sportivo della Capitale celebra l'imminente trionfo del club bianconero, ma nello spogliatoio di Formello qualcuno non ha ancora smesso di lottare, di combattere, di credere nell'impresa. La domenica successiva, nel derby inizia la rincorsa, poi in una notte torinese - Juve-Lazio 0-1 gol di Simeone n.d.r. - la rincorsa inizia a trasformarsi in un sogno. Un sogno che si avvera il 14 maggio del 2000. Cholo, qual è il segreto di una rincorsa? «Il segreto è non mollare mai, quando si insegue è necessario pensare ai propri impegni senza fermarsi a guardare il calendario degli altri». Il Milan sta attraversando un calo di rendimento? «I rossoneri sono una squadra formidabile, che di tanto in tanto può anche permettersi il lusso di alzare il piede dall'acceleratore. Il Milan ha delle potenzialità enormi, ma anche la Roma è un'ottima squadra». E la Roma? «La Roma ha delle grandissime individualità, dei campioni straordinari e hanno un ottimo reparto difensivo. Dovranno dare tutto e sperare che la fortuna sia dalla loro parte». Secondo lei è possibile una rimonta? «Non credo che la formazione di Ancelotti possa mollare tanto facilmente, ma potrebbe anche essere distratta dall'impegno in Champions League. Tre punti in palio per ogni vittoria sono tanti e la storia degli ultimi campionati insegna che le situazioni a volte cambiano in fretta». Il 2 maggio a Milano ci sarà lo scontro diretto. «Non so cosa saranno capaci di fare loro, quello che abbiamo fatto noi appartiene già alla storia. Ma sono convinto che se la Roma avrà la forza di non mollare, potrà arrivare allo scontro diretto con delle buone possibilità. Ma con un Milan del genere servirà un'impresa, è una squadra abituata a vincere, quindi sa gestire al meglio momenti come questi, sa come vivere vigilie importanti e partite ad alta tensione». Il prossimo impegno dei giallorossi sarà in campo neutro a Palermo. Un ostacolo in più? «Quando giochi nel tuo stadio hai sicuramente un vantaggio, conosci bene il terreno di gioco e questo può agevolarti. Ma una volta che arrivi in dirittura d'arrivo devi soltanto pensare ai tre punti, a guardare negli occhi i tuoi avversari, non ti puoi distrarre. Quando sei in corsa per lo scudetto contano solo i tre punti, devi solo pensare a lottare». L'entusiasmo di Roma contro la fredda Milano. Quanto infuirà la piazza secondo lei? «Tantissimo. L'entusiasmo dei tifosi è travolgente e ti porta a dare quel qualcosa in più che fa la differenza. Io ricordo la partita giocata a Bologna, al Dall'Ara con mezzo stadio dipinto di bianco e celeste. All'ingresso in campo una scarica di adrenalina ci attraversò il corpo. Con dei tifosi del genere avevamo vinto la partita prima ancora di battere il calcio d'inizio». Capello-Ancelotti: un tecnico con il tricolore per amico e un allenatore che non lo ha mai vinto. «L'esperienza dei due tecnici sarà fondamentale, ma prima di vincere lo scudetto con la Lazio anche Eriksson era definito un perdente di successo. Se un allenatore quando riesce a portare la propria squadra in fondo alla stagione ha fatto la sua parte. Poi è il gruppo dei giocatori che deve uscire alla distanza».