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Andreotti: una caciara mai vista. Buttiglione e Cento: giocare presto

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Leggendo fra le righe, secondo alcuni analisti, dopo aver valutato cioè come si saranno comportati i tifosi di Lazio e Roma nelle prossime partite di calendario. Solo questo vuol dire in fondo calibrare la decisione sulla data in relazione alla serenità della tifoseria della Capitale. Quanto alle fatidiche date, dopo aver scartato definitivamente il prossimo 14 aprile, quelle che circolano sono tre: il 21, in pomeridiana e a porte aperte, l'ipotesi preferita dai più. Ma senza dimenticare anche il 28 aprile e il 5 maggio. Più oltre sarebbe impossibile andare, almeno in teoria. La decisione comunque, verrà presa entro le prossime 48 ore. Concordano con questa visione anche alcuni esponenti politici che intervengono sull'argomento. Fra gli altri, l'onorevole Paolo Cento, secondo il quale «il derby romano va disputato il prima possibile» e a porte aperte, dando la possibilità ai tifosi romani di «dare prova di una grande civiltà». Paolo Cento, presidente del Roma Club Montecitorio e deputato dei Verdi, si rivolge così al ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu. «Non condivido il tentativo del ministro e delle forze dell'ordine - afferma Cento al Gr Parlamento - di ristabilire d'autorità un primato sul calcio dopo la sospensione del derby». Voce autorevolissima quella del senatore a vita Giulio Andreotti. «Bisogna stare molto attenti. Quanto avvenuto nel derby Lazio-Roma ha gettato un'ombra. È una mina che poteva esplodere in modo irreparabile, non solo nella vita cittadina ma anche nazionale», commenta Andreotti per il quale i fatti dell'Olimpico rappresentano un «sintomo di un malessere» che rimane e in un modo o nell'altro va risolto alla radice. «Una caciara di questo genere - dice scherzando l'ex presidente del Consiglio dai microfoni di Gr-Parlamento - non si era vista mai». Dagli stessi microfoni il ministro Rocco Buttiglione si augura che l'incontro si giochi a porte aperte, e che sia una bella partita, «ma soprattutto che i tanti poliziotti possano vedere la gara senza pagare alcun tributo di feriti».

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