Uno strapotere che però fa i conti con la mediocrità
La sua presenza, sinonimo di vittoria scontata, ne avrebbe affievolito l'interesse. L'idea, adesso, potrebbe essere riproposta a Bernie Ecclestone, burattinaio della Formula 1, nei riguardi della Ferrari, dominatrice assoluta del campionato dopo appena tre Gran Premi. Ormai non si trovano più parole, aggettivi da dedicare alla Rossa e al suo alfiere Schumi, che ieri, assieme a Barrichello, ha confezionato la doppietta numero 17 da quando i due corrono assieme sotto le insegne del Cavallino. Fatti gli elogi di rito al clan ferrarista, e senza nulla togliere ai suoi indubbi meriti, bisogna aggiungere che sorprende la mediocrità degli avversari, in particolare della McLaren-Mercedes e della Williams-Bmw, le quali da un lustro subiscono la netta superiorità della scuderia di Maranello. Della prima erano note le difficoltà, già emerse in Australia, Malesia e nelle prove di questo fine settimana. Ma nel Gran Premio è andata incontro ad un disastro, oltre ogni più nera previsione, con una macchina, nel suo complesso, inesistente e i motori Mercedes fragili quanto un cristallo di Boemia. Stagione già buttata via, pur sen a giugno dovrebbe esordire una nuova monoposto. Troppo tardi per ipotizzare un clamoroso recupero. Bisogna, poi, considerare, in seguito alla disfatta di ieri, le pesanti ricadute negative dal punto di vista commerciale per la Mercedes nel piccolo, ma ricco mercato arabo, un mondo dove si ammirano i vincitori e si disprezzano i perdenti. La Williams, dal canto suo, nel Gran Premio del Barhain ambiva, se non vincere, battersi almeno alla pari con la Ferrari. Dignitosa in prova, è naufragata in gara, tanto da essere appena riuscita a raccimolare due miseri punti con Ralf Schumacher. A questo punto, le due regine della Formula 1 degli anni Novanta non solo guardano la Ferrari con il binocolo, ma si vedono persino insidiate nel ruolo di vallette stizzite da nuove realtà, come la Renault, come la Bar-Honda. La squadra francese, affidata all'abile Flavio Briatore, è addirittura seconda nella classifica riservata ai costruttori, mentre il team che ha ripudiato Jacques Villeneuve è terza, a pari punti con la Williams. Merito anche dei piloti che hanno scelto: Alonso e Trulli la Renault, il sorprendente Button, ieri al suo secondo podio consecutivo, e Sato la Bar. È dunque in atto una rivoluzione delle gerarchie nel mondiale dei poveri.