Un monologo incontrastato con l'ennesino crollo McLaren

Ci sono anche i re veri a rendere omaggio a re Michael Schumacher e alla Ferrari che fanno sembrare sempre tutto facile. Terza vittoria consecutiva, 73/a della carriera. È anche seconda doppietta rossa della stagione, come a Melbourne. La Williams di Montoya, seconda in Malesia, finisce 13/a e doppiata. Sul podio, al terzo posto come a Sepang, c'è ancora Jenson Button con la Bar. Sulle strade di Melbourne, nella giungla equatoriale malese, tra le sabbie del Bahrain, la storia non cambia. È sempre la Ferrari F2004 a dominare. Ed è sempre più nera la crisi della McLaren-Mercedes: si fermano tutte e due le ex frecce d'argento. Con una fiammata quella di Raikkonen, con un mesto parcheggio quella di Coulthard. L'unica sorpresa della giornata, in fondo, è il cielo grigio che prima della corsa lascia persino cadere qualche goccia di pioggia. Con appena 30 gradi sull'asfalto e l'unico altro a ritirarsi è Baumgartner con la Minardi. Che costa una frazione della McLaren. Ai piedi del podio arriva Trulli, quarto con la Renault. E Takuma Sato scrive la storia del Giappone, con il suo quinto posto fa della Bar-Honda la terza forza del mondiale. La corsa è il solito show in rosso. È perentoria la partenza delle Ferrari. Alla prima curva è Michael Schumacher a conservare il comando con una staccata a ruote fumanti. Gli si accoda Barrichello. Dietro, Sato prova ad infilare Juan Pablo Montoya, Il colombiano lo respinge senza complimenti. Quinto è Ralf Schumacher con la seconda Williams davanti alla Renault di Trulli, alla Toyota di Panis e alla McLaren di Coulthard. Raikkonen, partito dal 19/o posto e non dall'ultimo solo perchè la Minardi aveva deciso di cambiare il motore a Baumgartner superandolo nella corsa del gambero, conquista cinque posizioni. Ne recupera altre quattro nei primi sette giri. Ma per la Mercedes è anno orribile: dopo il motore rotto a Melbourne, dopo la trasmissione saltata a Sepang, stavolta l'uscita di scena è pirotecnica: una fiammata esce dagli scarichi della McLaren del finlandese all' ottavo giro. Kimi capisce e punta una postazione di commissari di pista che spengono subito l'incendio. Zero punti dopo tre gare, disastro totale. Ed è dura anche la corsa di Ralf Schumacher che nel sesto giro punta al quarto posto momentaneo di Takuma Sato. Attacca in fondo al rettilineo dei box, il giapponese resiste e Ralf stringe sulla curva 2. Inevitabile il contatto e la Williams va fuori pista. Ralf deve rientrare ai box per una riparazione volante, ne esce 18/o. Alla fine del nono giro è Michael Schumacher, che nel frattempo ha guadagnato già 5 secondi su Barrichello, ad aprire le danze dei pit stop (7«2 per cambiare gomme e fare benzina). Al giro successivo Barrichello, ma nelle successive due tornate tutti passano per il garage. E dietro alla coppia ferrarista Montoya precede Trulli, Button e Sato. I duelli sono solo dietro. Gli inglesi si emozionano per la sfida del Commonwealth tra lo scozzese Coulthard e l'australiano Webber per il settimo posto (da segnalare anche un sorpasso in uscita di corsia box...). I latini per Massa che, decimo, resiste ad Alonso in recupero. Lo spagnolo passa al 21/o giro e ne approfitta anche Ralf Schumacher che gli è in scia. Al giro 25 è ancora re Schumi ad aprire il secondo giro di pit stop: ha 14»1 di margine su Barrichello e uscendo dai box dà una lezioncina a Trulli. Potrebbe lasciare passare l'italiano, invece se lo tiene dietro. Non si è cannibali per nulla. A metà dei 57 giri le Ferrari passeggiano, con Schumi che si tiene Rubinho ad una dozzina di secondi. Nel gp degli altri Montoya, ad oltre 20", conduce su Trulli, Button, la «formichinA» Coulthard, Sato e Webber. Un sussulto al 31/o giro lo regala ancora Alonso, che sfida Webber per l'ottavo posto. L'australiano resiste per un pO' e il piccolo asturiano, sotto gli occhi di Juan Carlos, manda poco regalmente a quel paese il gigante australiano. Fossero in autostrada, sarebbe un problema al casello... Alla fine