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Solo Sensi ha onorato sempre i suoi impegni

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Ergo, pare addirittura canzonatorio questo calo rossonero, mentre chi avrebbe dovuto approfittarne deve ancora escludere l'aggancio-scudetto, causa troppe opportunità buttate via. O sperare che Ancelotti crolli proprio sul più bello. Ma Capello definisce comunque già lusinghieri i suoi sessanta punti, senza palesare rammarico, senza riflettere sul campionato anomalo e presto sventrato dove perfino la peggiore Juve dell'ultimo decennio punta a schivare i preliminari di Champions League, subito dopo gli assi berlusconiani. L'allenatore goriziano garantisce, poco credibile, che Trigoria non ha lasciato nulla d'intentato fra mesi travolgenti e un 2.004 abbastanza deludente, salvo attribuire l'attuale ritardo al rendimento fenomenale dei galattici fuggitivi. Che in realtà sono tornati umani, come specificato ieri dal panchinaro Amoruso, vantando nove punti sulla compagnia-Totti prima delle sei tappe che mancano all'epilogo. Signor Capello, vogliamo ammettere le colpe dell'organico visibili durante almeno quattro dispiaceri sorprendenti, sulle cinque sconfitte sopportate? Qui, solo il presidente Sensi ha fatto appieno il proprio dovere di patriarca devoto, troncando i pettegolezzi che s'addensavano sul futuro tempestoso del suo club. Tutto ribaltato. Tutto normalizzato sotto l'aspetto societario, nonostante i denigratori prevedessero lo sfascio e legassero improvvise inadempienze tecniche ai turbamenti dello spogliatoio stanco d'attendere mensilità arretrate. Certo, avessero evidenziato lo stesso amore per la storia romanista, gli atleti giallorossi non avrebbero mollato nei momenti decisivi. A Brescia, ad Ancona, all'Olimpico col Bologna, cioè la resa anticipata dopo l'ubriacatura d'elogi nel girone d'andata. Ricordate? L'architettura risplendeva fra debiti soffocanti. Ora Sensi ha allontanato ogni paura con impegni finanziari di smisurate proporzioni, tranne ricevere quanto meritava dai suoi campioni miliardari. Che valgono potenzialmente i milanisti. Così bisognerà rinviare i sogni, ammesso arrivino successori degni dell'imprenditore cui dobbiamo la salvezza economica raggiunta. Sotto a chi tocca.

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