Vieri e Totti, fateci divertire
La voglia di riscatto del ct, uscito dal Mondiale con le ossa rotte, si legge non solo nella dichiarata intenzione di «puntare alla finale» del 4 luglio, ma nella scelta di un'Italia tutta d'attacco, perfino «con un attaccante più del Milan». Stasera a Braga c'è il test con il Portogallo, paese organizzatore del torneo continentale. E la formazione varata dopo l'allenamento allo stadio Afonso Henriques, quello che ospiterà l'esordio azzurro con la Danimarca il 14 giugno, è da far venire i brividi agli italianisti vecchio stampo. La svolta dell'assetto, quel 4-2-3-1 tirato fuori dopo il Giappone e subito ribattezzato modulo Real, ora ha una nuova frontiera. Il paragone è piuttosto con la macchina da gol e spettacolo del rossonero Ancelotti, quel Milan che ha ucciso il campionato italiano a 7 giornate dalle fine e mette paura anche alla Champions. In azzurro, Fiore al posto di Camoranesi, Totti alle spalle di Vieri, a sinistra Di Vaio, e poi a centrocampo Pirlo con un solo incontrista (Gattuso) rappresentano tutti insieme una percentuale di tasso tecnico ed offensivo persino superiore, a detta del ct, alla somma dei piedi buoni milanisti. E a concorrere alla tinta rossonera di questa nazionale, c'è la scelta di Pancaro in difesa e di Pirlo al posto di Perrotta. Non è questione di musica, ma di interpreti, dice sempre Trapattoni: ma questa volta, in attesa del rientro di Del Piero per Di Vaio e delle disponibilità di piccoli geni come Cassano, sarà un po' tutte e due le cose. «Sì, in un certo senso questa Italia ricorda il Milan, anche se noi abbiamo ruoli diversi e un attaccante in più, a sinistra... - si gloria il ct - Cominciamo a respirare l'aria degli Europei: si fa sul serio, come dimostra anche la disponibilità a venire di certi giocatori nonostante gli infortuni. Proponiamo una squadra molto offensiva, io la definisco sbilanciata. In Italia c'è chi domina il campionato con questa impostazione: e il test del Portogallo misurerà la nostra maturità». Dunque, ecco il Portogallo che vuole sfruttare l'occasione del torneo in casa. I lusitani non battono gli azzurri da quasi 28 anni (l'ultimo 2-1 in amichevole, il 22 dicembre '76, ma al Trap numeri e ricorsi storici interessano relativamente. Anche perchè la scelta di Fiore al posto di Camoranesi va letta come un messaggio a tutti gli aspiranti azzurri: ora cominciano le scelte vere, quelle per la formazione oltre che per i convocati. «Il laziale vive un momento d'oro, gli riesce tutto come 3-4 anni fa. Il ballottaggio con Camoranesi? Quando verrà il momento, sceglierò sulla base del merito. Certo lui è più offensivo, lo juventino più tattico». Sulla linea del gioco delle coppie, c'è quella tra Pirlo e Perrotta o Zanetti («non avessi dato una chance al milanista in questo momento di forma sarebbe stato un delitto...»), o tra Pancaro e Zambrotta («il milanista può giocare anche a destra, e in ogni caso è una valida alternativa») o tra Del Piero e Cassano («ma in questo caso, anche con un Del Piero al 50%, conterà l'esperienza: si sa che i giovani vivono di fiammate»). E se in attacco Trapattoni ha ora solo l'imbarazzo della scelta, ferma l'impostazione tutta d'attacco, paradossalmente i dubbi sono tutti dietro. «Peccato non aver avuto Nesta e Cannavaro - conclude il ct - Il test sarebbe stato ancora più indicativo. Maldini? Ho già detto che ci sentiremo più avanti, e non paragonatelo a Baggio prima del Mondiale: Roberto era fermo da 4 mesi, Paolo ha continuato a giocare». E poi, a far quel paragone sarebbe davvero un'Italia troppo offensiva.