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di TIZIANO CARMELLINI CAPELLO cerca la sua Roma e non la trova più.

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Il gruppo che a inizio stagione aveva spaventato i signori del Nord, impressionato i tifosi giallorossi e viaggiato sui ritmi del Milan stellare, si è dissolto come neve al sole. Colpa di Capello? Questo proprio no, visto che i conti fatti all'inizio, secondo i quali nei diciotto giocatori la Roma aveva l'organico più forte del campionato, non sono poi tornati nel corso della stagione. La panchina giallorossa era formata da tutti nazionali, tutti fenomeni, almeno sulla carta. C'erano Candela, Montella, Delvecchio, Tommasi, Dellas, l'ultimo arrivato Carew e l'enfant prodige De Rossi. Tutti nazionali, più il portiere rivelazione della scorsa stagione, quel Lupatelli che a Roma era già passato con successo nell'anno dello scudetto. L'errore di Capello forse potrebbe essere stato utilizzare sempre lo stesso gruppo, senza mai far riposare alcuni titolari che poi, inevitabilmente, sono calati nel corso della stagione. A quel punto la panchina era scomparsa. Candela è tornato a giocare poco e a sprazzi, facendo rimpiangere il ricordo del campione dello scudetto. Delvecchio è stato più fuori che dentro, dimostrando di non esser ancora in grado di dare un contributo vero alla squadra. Montella poi s'è infortunato due volte restando fermo per quattro mesi compromettendo quella che doveva essere la stagione della sua riscossa dopo la delusione dell'anno precedente. Così come Tommasi utilizzato poco e che comunque non ha mai dato il cambio di passo richiestogli da Capello. Dellas? Quando ha giocato la difesa ha traballato e, soprattutto in un reparto come quello, l'affiatamento con i compagni è fondamentale. In attacco la svolta doveva essere Carew, ma il colosso norvegese che pure s'era integrato velocemente, è stato utilizzato poco e dopo un buon avvio è calato visibilmente come il resto del gruppo di riserva. A Capello è mancato anche l'apporto del nuovo fenomeno della capitale: De Rossi. Il giovane talento è apparso, ha fatto un paio di uscite da fenomeno, poi ha iniziato a soffrire nuovamente con la pubalgia che lo aveva già infastidito in passato ed è scomparso dal campo visivo di Capello e della Roma tutta. A questo mettete un Lupatelli due volte operato e il gioco è fatto: Capello s'è ritrovato con dodici, al massimo tredici giocatori a disposizione. A questo probabilmente è dovuto il cambio di passo dopo la sosta natalizia. I numeri parlano chiaro: se la Roma nella prima parte della stagione aveva viaggiato a quote record, conquistando trentasei punti in quattordici partite, dopo la pausa si è ritrovata con cifre da B. Solo ventuno punti nelle dodici partite giocate fin qui, con una media gara in calo verticale da 2,5 a 1,7 a incontro. E, soprattutto, sono arrivate le prime sconfitte. Se infatti la Roma aveva chiuso la prima parte di stagione con uno «0» nella casella sconfitte, in queste prime dodici partita del 2004, ne ha già incassate tre, due delle quali addirittura in casa. Se non è crisi questa!?

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