«Si decide tutto a San Siro»
Un incontro fatto di battute di spirito ed argomenti più seri. «Lo scudetto? Ci crediamo, anche se dipende molto dal Milan. Abbiamo uno scontro diretto che possiamo vincere». Qualcuno lo ha invitato a rimanere alla Roma. «Dipende da tante componenti, ma non ho problemi se le cose dovessero rimanere così». Altri chiedono dei rapporti con gli allenatori. «Ci sono anche quelli antipatici, ma ognuno ti da qualcosa. E' un po' come tra voi studenti ed i professori. Poi, c'è chi azzarda la domanda particolare, magari sul fatto che potrebbero essere gli stessi giocatori ad aiutare le società in difficoltà. «Da parte nostra c'è la buona volontà, ma non basta. Bisogna vedere quanto una società guadagna e spende. Credo che la Roma spenda 70% dei ricavi. Non è solo un problema dei nostri ingaggi». C'è anche chi ritorna parlare della serataccia del derby. «Un episodio spiacevole e surreale. Ne hanno parlato molto e credo che i politici abbiano fatto solo del moralismo. Sono d'accordo con Ferrara (Ciro ndr.) quando dice che i politici dovrebbero pagare il biglietto allo stadio, cosa che non fanno mai. Giocare a porte chiuse? Da calciatore e tifoso, dico di no». Gli Europei. «Dipende da me, ma non so fino a che punto. Ho avuto degli infortuni e poche occasioni per mettermi in mostra. Comunque ribadisco che un ruolo da comprimario non lo accetterei. Gli oriundi? Sono contrario». Poi, alcuni consigli ai giovani che si affacciano allo sport. «Chi usa droghe va punito. Guai a credersi arrivati,il talento non basta e serve anche tanto scrificio. Gli stranieri? Io sono per i nostri giovani, ma dipende dalle società».