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AVELLINO — È un mezzo giallo il presunto tentativo di corruzione, denunciato dall'Avellino calcio dopo ...

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«Qualcuno voleva corromperci», ha dichiarato ai microfoni di una televisione privata irpina l'avvocato Domenico Visone, legale della Sportinvest, la società che attraverso la moglie di Pasquale Casillo è proprietaria dell'unione sportiva Avellino. Secondo Visone, che è il braccio destro dell'ex re del grano dopo l'uscita di scena di Stefano Monachesi (recentemente condannato, dopo il patteggiamento, ad un anno e quattro mesi di reclusione per aver fatto da prestanome ad attività collegate a Pasquale Casillo), due calciatori dell'Avellino, prima della gara con la Ternana, sarebbero stati raggiunti telefonicamente da «personaggi molto vicini alla società umbra e invitati ad addomesticare la partita a favore della Ternana in cambio di una somma di denaro». Lunedì sera, prima che avesse inizio la partita, l'Avellino aveva informato della vicenda il sostituto procuratore federale presente allo stadio Partenio, e si appresta adesso a presentare un esposto all'ufficio inchieste della Lega calcio fornendo anche i tabulati delle telefonate ricevute sui telefoni cellulari dei due calciatori. La denuncia del presunto tentativo di combine lascia però indifferenti i tifosi che hanno nuovamente contestato Casillo: l'Avellino ha dimostrato di essere nettamente inferiore all'avversario e con la sconfitta nel posticipo vede spalancarsi le porte della serie C con dodici giornate di anticipo sulla fine del campionato. «Viste come sono andate le cose sul campo - sottolinea Antonio Comella, presidente del Centro coordinamento club - l'unica combine che ho visto riguarda quella con i giocatori della Ternana, che avrebbero potuto dilagare e umiliarci con un passivo ben più pesante».

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