Il terrorismo delle curve ha messo il calcio in ginocchio

I destabilizzatori che ieri sera si sono serviti di una voce, una banale leggenda da curva, per mettere a soqquadro uno stadio e far sospendere la partita più importante. E creando i presupposti per un'eventuale e drammatico epilogo per le strade della città. Non solo. Con questo gesto hanno spaventato bambini e famiglie sugli spalti, gente a casa e i calciatori stessi. Inutile commentare il labiale di Francesco Totti verso Capello: «Se giochiamo questi ci ammazzano!». Al coro di "celerini assassini", mentre Mihajlovic e Totti increduli cercavano notizie, ci hanno pensato loro a dare la versione non ufficiale dei fatti. «La polizia ha investito un bambino». Sporcare l'immagine più pura, far sentire in colpa giocatori rei solo di saper giocare al calcio, far credere che le forze dell'ordine potevano uccidere deliberatamente. Perché? Bisognerebbe chiederlo a chi ha messo in giro la voce e a chi l'ha diffusa con altrettanta velocità. Facilitati sicuramente dal contesto storico che mina la stabilità del calcio romano. Due club che ieri sono stati costretti dalle minacce a stare al loro gioco, nonostante la Questura smentiva ogni voce e faceva già la conta dei feriti e delle pantere in fiamme. Solo per una "voce", una voce incontrollata che ha trovato negli spaventati giocatori il mezzo per arrivare al fine, quello di aver dimostrato di poter decidere, con la forza della violenza e della paura. Una strategia della tensione. Che si diffondeva tra i tifosi alla velocità della luce. Quasi sicuramente organizzata ad arte. Con tutti gli striscioni tolti allo stadio, da entrambe le curve. Quegli stessi personaggi che accusano la televisione e i giornali di aver rovinato il calcio, per poi farsi corrompere da chissà quali interessi: questo hanno fatto ieri alcuni tifosi. Ci viene da chiedere dove siano finiti i tifosi che inneggiavano la Lazio anche in serie B o quelli che hanno sostenuto la Roma anche dopo sconfitte altisonanti? C'erano. Con le loro bandiere e la loro voce.