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I capitani e l'arbitro convocati nella notte dagli inquirenti

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All'una in punto hanno varcato l'ingresso di San Vitale Francesco Totti a bordo di una Mini rossa, accompagnato alla guida da Antonio Conte, avvocato giallorosso. Subito dietro, in un'altra macchina, scortati da auto civette, Antonio Tempestilli, team-manager della Roma, e dal dirigente Antonio Pradè. Non hanno rilasciato alcuna dichiarazione e sono saliti negli uffici della Digos. Dodici minuti dopo nel piazzale della Questura, un'altra auto-civetta con a bordo Sinisa Mihajlovic, accompagnato da agenti in borghese, anch'egli con l'espressione tra il teso e lo spaesato. Infine all'una e venticinque, è giunto da solo anche il team manager della Lazio, Maurizio Manzini, ed è salito nei piani alti di San Vitale. Secondo quanto si è appreso finora, oltre ad avere ascoltato dai giocatori la loro versione dei fatti, sembra che si possa configurare un'ipotesi di accusa per violazione dell'ordine dell'autorità. I giocatori, comunque, sono ascoltati in qualità di testimoni, in particolare riguardo il contenuto del colloquio avuto da Totti con due ultrà romanisti e al conseguente colloquio avuto dallo stesso capitano giallorosso con Mihajlovic. Gli inquirenti vorrebbero infatti conoscere i motivi che hanno spinto i giocatori a decidere, in campo, senza l'ok della questura, che lo spettacolo dovesse finire lì, al secondo minuto della ripresa. In particolare la Digos ha chiesto ai capitani delle due formazioni se, tra le tante voci sentite in campo, sono venuti a conoscenza di un accordo trasversale tra le due tifoserie, tra le due Curve secondo un piano organizzato a tavolino, studiato con una logica ben precisa. Adesso si indagherà sul perché non si è proseguito a giocare. Presente a San Vitale dell'arbitro Rosetti, che ha cercato con i due capitani di prendere una decisione in tempo reale. Massimo riserbo sul contenuto della deposizione, nessuna indiscrezione è trapelata. La decisione finale, comunque, è stata presa dal presidente della Lega, Adriano Galliani, che ha comunicato la propria volontà via-cellulare al direttore di gara, Rosetti. In precedenza sia il questore Nicola Cavaliere sia il prefetto Achille Serra avevano inutilmente cercato attraverso comunicazioni ufficiali di ricondurre nella giusta realtà i fatti semplicemente supposti. Non è escluso che la decisione del presidente della Lega, presa in qualche modo in maniera autonoma rispetto all'autorità competente, dunque alle forze dell'ordine, faccia scaturire già in giornata forti polemiche. Già individuati tre ultrà che avrebbero indirizzato la scelta finale. Accertamenti in corso anche sulle radio romane che hanno diffuso la notizia ancora priva di riscontri ufficiali.

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