Liverani sogna una rete e indica l'uomo partita
Fabio Liverani annusa l'odore dell'impresa biancoceleste ma preferisce non lanciare proclami a differenza del capitano avversario. Meglio far parlare il campo dopo tante delusioni. Liverani, che derby si aspetta? «È il nostro turno, stavolta dobbiamo assolutamente vincere noi». Ma La Roma ha 15 punti in più in classifica. «Loro sono fortissimi e favoriti. E hanno anche un valore aggiunto che si chiama Totti, ma credo che a decidere la stracittadina stavolta sarà Stefano Fiore». Qual è il segreto per non sentire la tensione? «Bisogna cercare di rimanere sereni durante questa settimana. A me non è mai capitato se devo essere sincero...». Come arriva la Lazio a questo impegno fondamentale della stagione? «Il successo in coppa Italia ci ha dato morale, questo è innegabile. In più siamo molto caricati perché è una partita speciale ed è giunta l'ora di regalare una bella soddisfazione ai nostri tifosi. Quattro anni sono tanti, si meritano una bella vittoria». Eppure sembra che negli ultimi anni abbiate quasi il complesso delle sfide contro la Roma. «Non è così e non lo è mai stato. Al mio primo anno in biancoceleste i giallorossi ci erano superiori, anche perchè noi non eravamo ancora una squadra. Nelle annate successive solo la sfortuna ci ha impedito di ottenere bei risultati, tutto qua». All'andata è finita male. «Me la ricordo molto bene. Eravamo rimaneggiati per le tante assenze, ma giocammo alla pari per tutta la partita e solo la giocata di un singolo determinò la gara. Ecco speriamo che questa volta l'episodio sia a nostro favore, per questo ribadisco che, se dovessi fare un nome, direi Stefano Fiore, tra l'altro lui ha già segnato alla Roma». E lei non sogna un gol? «Io so quello che desidero, ma me lo tengo per me». Quale squadra ha più da perdere? «La Lazio, soprattutto per il quarto posto che dobbiamo raggiungere a tutti i costi». Ma con una sconfitta la Roma sarebbe fuori dal giro scudetto. «Si, è vero, ma non è certo un problema nostro. Davanti la Roma ha quei due, che fanno meraviglie, ma noi abbiamo il gioco, e non è una cosa da poco».