Robinho: «L'Inter nel destino»

Una parola sibillina, ma significativa, quando viene accostato il suo nome all'Inter: «E' nel destino». Il fantasista è stato al comune di Sant'Angelo Lodigiano, piccola cittadina di appena 11 mila abitanti della provincia di Lodi. Ha ricevuto la cittadinanza onoraria, in maniera un po' curiosa, ma comunque pur sempre valida a ottenere lo status di giocatore comunitaria. Era infatti originaria di Sant'Angelo, Santa Francesca Cabrini (parliamo del IX Secolo), patrona degli emigranti all'estero. Risulta che Diego dedichi diverse preghiere a Santa Francesca Cabrini. È il perché della cittadinanza onoraria. La stella del Santos, che piace un po' a tutti i grandi club italiani, intervistato da Teleombardia, ha ammesso una preferenza: l'Inter. Se, infatti, nel Milan c'è Kakà, nella Juventus Del Piero, forse nella squadra nerazzurra manca uno come Diego. E lui, sorridendo, spiega: ìE' destinoà mi fa piacere che Juve, Milan e Inter abbiano considerazione nei miei confronti". Intanto, il suo breve soggiorno in Italia è un passo fondamentale per un suo futuro in Italia: «Sì, è un passo importante che facilita il mio arrivo qui. Quando sarà il momento». E sebbene in Italia ci siano difensori di calibro, forse i più forti, Diego ha le idee chiare: «Nessuno, non ho paura di nessuno. Lì sistemerei tutti». E intanto, qualcuno del suo entourage, gli suggerisce il nome del milanista Paolo Maldini. Intanto, il padre Jair sta preparando una sortita in Via Durini, nella sede nerazzurra. Già l'anno scorso, in occasione del Torneo di Viareggio, il papà (nonché suo agente) trovò il tempo di visitare Massimo Moratti (allora presidente) nei suoi uffici. Allora, le parti si lasciano con un «arrivederci a presto». Chissà che il momento di un nuovo incontro non sia fatalmente arrivato. Diego, 19 anni lo scorso febbraio, già vanta due presenze nella nazionale maggiore brasiliana, e con il Santos (dove indossa la maglia numero 10, quella di Pelé) ha sinora totalizzato 56 presenze, condite da 19 gol.