Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Berlusconi torna a parlare un mese dopo la polemica con Ancelotti

default_image

«Altro che tecnici al Milan decido io»

  • a
  • a
  • a

Oggi a margine della cerimonia di posa della prima pietra del policlinico San Matteo a Pavia, Silvio Berlusconi, scherzosamente, si è detto «geloso» dei suoi allenatori: «Non si parla mai del Milan di Berlusconi. Leggo sempre del Milan di Sacchi, di Zaccheroni e di Ancelotti e non si parla mai del Milan di Berlusconi. Eppure sono io che da diciotto anni faccio le formazioni, detto le regole e compero i giocatori, ma sembra che io non esista. Leggendo i giornali non trovo mai scritto il Milan di Berlusconi». Uno sfogo col sorriso sulle labbra, stavolta, ma che giunge dopo una lunga serie di polemiche, solitamente di natura tattica, nell'ultimo anno e mezzo. Queste le sue principali dichiarazioni: 7 dicembre 2002 - Dopo Milan-Roma 1-0 (gol di Inzaghi entrato nella ripresa) Berlusconi è contento per il primato in classifica ma lancia un preciso consiglio tattico al suo allenatore: «Ancelotti ha indovinato la mossa vincente inserendo Inzaghi al fianco di Shevchenko, ma dovrebbe essere sempre così, con due punte si aprono più spazi anche per chi viene da dietro e così è stato. Dovremmo sempre giocare con due punte». A dicembre del 2002 il Milan batteva 1-0 il Borussia in trasferta ma il presidente non gioiva. Berlusconi tornava a seguire il Milan in una trasferta europea dopo oltre sette anni (l'ultima volta era stata la finale a Vienna persa con l'Ajax), sfidava il freddo di Dortmund e non nascondeva che, di fronte al suo amico Schroeder, si aspettava qualcosa di più di una vittoria. «Abbiamo vinto, però devo essere sincero stasera non si è visto un gran gioco. È stata una partita piacevole, ma con soli due tiri in porta. Ho già invitato Schroeder a San Siro per la partita di ritorno, quando spero che il Milan possa mettere in mostra uno spettacolo migliore. Due punte danno più soluzioni offensive, ma oggi, per la verità, con Shevchenko e Inzaghi in campo non è che si sia costruito moltissimo...». A gennaio del 2003, invece, nonostante la vittoria per 2-0 a Bologna, Berlusconi sbuffa. La partita si sbloccava solo dopo l'ingresso in campo di Serginho che entra a segno dopo essere stato in panchina per il primo tempo. Nell'intervallo Berlusconi esprimeva via telefono al vicepresidente Adriano Galliani il desiderio che entrasse proprio Serginho. Ad Ancelotti veniva chiesto se gli sia arrivata una telefonata «dall'alto». Ancelotti rispondeva così: «Evidentemente c'è telepatia». Questi sono solo alcuni dei casi in cui Berlusconi ha contestato le scelte dei propri tecnici. E dal campo i giocatori guardano divertiti al futuro, dopo il 3-1 di domenica scorsa contro la Juve. «Non abbiamo ancora vinto nulla». Lo dice Alessandro Costacurta dall'alto delle sue 600 partite al Milan. «Gli ottimi risultati conseguiti negli ultimi tempi non ci hanno montato la testa, c'è grande gioia ed euforia nello spogliatoio ma allo stesso tempo c'è la grande consapevolezza di non aver vinto ancora niente. Per questo siamo tremendamente continui e concentrati in ogni incontro». Il sogno sarebbe quello di fare l'accoppiata: scudetto e Champions League. «Stiamo bene, possiamo farcela».

Dai blog