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Alle 21 (diretta Rai1) i biancocelesti giocano la finale d'andata contro la Juventus Mancini teme gli avversari feriti dalle ultime sconfitte: «Non sono in crisi, sarà dura»

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Lazio, assalto alla Coppa

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La Lazio si gioca stasera contro una Juventus incerottata la finale d'andata di Coppa Italia (21, diretta Rai1). Il trofeo meno ambito ad inizio stagione è diventato un'ancora di salvezza per le due formazioni fuori dal giro scudetto e anche dalla Champions. E, se la stagione della banda Mancini è in linea con le previsioni della vigilia, non altrettanto si può dire della Juve dilaniata dalle polemiche e dai progetti di rifondazione. Stasera, comunque, entrambe le squadre cercheranno di gettarsi alle spalle i problemi, societari per i biancocelesti, di organico e di risultati per gli ospiti sabaudi. Il tecnico biancoceleste che ha già vinto questa coppa sette volte (4 con la Samp, due con la Lazio e una da allenatore con la Fiorentina) non si fida della Juventus. E non bastano nemmeno i numeri a confortare Mancini: nelle ultime sei sfide mai i torinesi hanno banchettato all'Olimpico e non segnano da tre anni (ultima rete il 18 marzo del 2001, autore Del Piero che non ci sarà insieme a molti suoi compagni infortunati). Il nocchiero laziale elogia l'avversario: «Contro il Milan non ho visto una Juve in crisi. Purtroppo ha affrontato una grande squadra, alla quale in questo momento va anche tutto bene. Come in occasione del secondo gol, quello che ha chiuso la partita, dove il Milan è stato certamente fortunato. Ma i bianconeri hanno continuato a lottare anche sullo 0-3. E poi, a meno nove dalla testa della classifica in campionato e fuori dalla Champions League, anche alla Juve è rimasta da vincere solo la Coppa Italia. Mi aspetto una Lazio che giochi bene, gli stimoli poi non mancheranno di certo visto che è una finale e lo stadio sarà pieno. Le assenze della Juventus? Non sono poche, è vero, ma gli undici che andranno in campo saranno comunque straordinari». La crisi societaria è sempre dietro all'angolo ma il tecnico non ci fa più caso: «Per noi questa atmosfera ormai è la normalità, non ci sono problemi. Siamo tranquilli e felici di essere qui a giocarci questa finale. La designazione di Collina? È una garanzia». Pochi calcoli e poco turn over anche se all'orizzonte c'è il derby contro la Roma. Mancini non concede deroghe ai suoi e non si sbilancia sulla formazione. Le uniche eccezioni sono per due scelte obbligate: «Non ci sarà Claudio Lopez e in porta giocherà Sereni». Il primo è in Argentina al capezzale del nonno scomparso lunedì, l'altro ha difeso la porta biancoceleste per tutta la manifestazione e il tecnico non se l'è sentita di cambiare. Qualche novità ci sarà rispetto alla squadra che si è fatta raggiungere domenica scorsa dall'Udinese. In difesa Stam scivolerà sulla destra con l'inserimento di Fernando Couto in mezzo a fianco di Mihajlovic mentre, come al solito, sulla fascia sinistra agirà Favalli. Muzzi non è al meglio, Lopez è a Buenos Aires e quindi si tornerà al 4-4-2 avendo l'allenatore laziale sono due attaccanti in buone condizioni. A centrocampo il quartetto Fiore-Giannichedda-Liverani-Cesar dovrebbe essere quello prescelto per affrontare i dirimpettai bianconeri. In avanti la coppia Inzaghi-Corradi proprio per mettere in difficoltà i bianconeri che hanno evidenziato seri problemi difensivi nel corso di questa stagione. Il tecnico allontana anche i cattivi pensieri sulla sfida di domenica sera quando cercherà di battere per la prima volta da allenatore la Roma di Capello in un derby (con la Fiorentina c'è già riuscito): «Adesso pensiamo solo alla partita con la Juventus. Non dobbiamo nemmeno ragionare come fosse una doppia sfida visto che con due gare giocate così lontane questa è decisamente una finale atipica». E per una notte si penserà solo ai colpi di testa di Corradi o ai tocchi felpati di Liverani e Cesar. Debiti e problemi societari resteranno fuori dall'Olimpico che si presenterà gonfio di entusiasmo per i colori biancocelesti.

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