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Lippi: è la fine di un ciclo E pensa a Kapo

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L'ossatura della Juve resta». Così Lippi dopo la sconfitta con il Milan che ha ufficialmente chiuso l'ultima éra-Juve. La cosa quindi su cui tutti sono d'accordo, compresa la società, è che la Juve è alla fine di un ciclo. Un ciclo che ha avuto due mini strappi ma un unico denominatore Marcello Lippi. L'ultima Juve, quella partita da metà anni 90, ha vinto solo con lui. Dal '94/95 fino a oggi la Juve ha vinto 5 scudetti, ha giocato 4 finali di Champions, ne ha vinta una, ha vinto una Coppa Intercontinentale, una Coppa Italia e una Supercoppa europea. E in realtà ha vinto tutto in 7 anni, perché nel periodo di interregno di Ancelotti non vinse nulla (due secondi posti). Oltre alla cessione del secolo quella di Zidane superpagato dal Real Madrid, dal quale ha ricavato i soldi per gli acquisti di Buffon (anche questo acquisto record per un portiere, 90 miliardi) e Pavel Nedved, che a Torino è diventato Pallone d'Oro. Su questa traccia, ovvero quella di nessuna rivoluzione mai effettuata, si potrebbe supporre il futuro della Juve. Scandagliando i vari aspetti della ricostruzione, si parte dalle parole di Moggi: «Ricostruiremo partendo ed aspettando prima che i nostri infortunati riprendano. Poi vedremo». Moggi ha anche assicurato che la Juve comprerà ma non cederà nessuno. Almeno i pezzi pregiati. Ma si sa che alle parole spesso non seguono i fatti e che il mercato è una variabile impazzita. Questi tutti i nodi cruciali della Juve del futuro. Lippi: Si parte da Re Mida. L'impressione è che dopo esser tornato, aver rivinto, essersi ripreso il trono di allenatore più vincente degli ultimi anni, lo stesso Lippi non abbia gli stessi stimoli di una volta. Di certo avrebbe voluto chiudere con la Champions. Sfuggita ancora. Tra i candidati a sostituirlo ci sarebbero Deschamps, Del Neri e Prandelli. La difesa: Montero-Iuliano-Ferrara-Thuram, 132 anni in 4. Una media di 33 anni. La storica difesa dei trionfi. Ferrara ha già un futuro da dirigente. Montero ha alle spalle una stagione disastrosa, l'unica della sua avventura juventina, segno di un calo inevitabile. Iuliano e Thuram potrebbero restare soprattutto per la versatilità. Gli storici: Conte, Tacchinardi, Pessotto. Hanno rispettivamente 14, 11 e 10 anni di Juve sulle spalle e tanti trionfi. Al di là dell'aspetto anagrafico (da non sottovalutare, comunque) è l'usura mentale e fisica che va testata. Le stelle: Trezeguet, Del Piero, Nedved. Conoscendo la linea Juve, se si cambia se ne cambia uno alla volta e ben pagato. Giraudo intanto rilancia: «Voglio la Coppa Italia». Dalla Francia rimbalzano voci sul futuro: i bianconeri inseguono il talento dell'Auxerre, Kapo. Ieri sera, infine, Striscia la Notizia ha consegnato il «tapiro d'oro» alla Juventus. Avvicinati Del Piero, Buffon, Tacchinardi, Ferrara e Moggi, che ha chiosato: «non si può sempre vincere...»

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