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dall'inviato REGGIO CALABRIA — È iniziata la settimana decisiva per la trattativa aperta ...

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Tutto fermo nella capitale in attesa dell'incontro decisivo. Intanto sull'argomento continuano i pareri illustri e le «posizioni» politiche. L'ultima, ieri di Massimo D'Alema. «Sono questioni delicate — ha detto il presidente dei Democratici di sinistra — credo che già un eccesso di chiacchiere non abbia facilitato le cose. So che tutta la questione è nelle mani del presidente Sensi, uno che ha dato moltissimo. Auspicherei una soluzione che lo veda ancora in qualche modo presente: non è detto che un cambio di controllo della società debba avvenire tagliandolo fuori». D'Alema avrebeb comunque una soluzione alternativa ai russi. «L'operazione che a me sarebbe piaciuta sarebbe stata quella di trasformare la Roma in una moderna società per azioni, senza un padrone evro e eproprio. Un nocciolo duro con un gruppo di imprenditori romani interessati a collegarsi ad un business come la Roma, ed un azionariato popolare diffuso. I russi? L'idea che la società non abbia una proprietà riconducibile a Roma qualche problema lo pone». Inevitabile la replica da un altro schiramento politico. Ciocchetti (Udc) replida al presidente dei Ds. «In questo momento — dice — all'orizzonte ci sono solo i russi. Ciò comunque, non toglie nulla al fatto che Sensi possa restare con un ruolo di primo piano per garantire alla società una continuità di gestione». Intanto Capitalia continua a muoversi autonomamente per trovare la soluzione alternativa a quella russa, soluzione che l'istituto di credito non vede di buon occhio. Resta da definire poi la situazione con Zamparini per il credito che il presidente del Palermo vanta nei confronti del presidente Sensi: si tratta di 7,8 milioni di euro. Ieri fino a tarda sera, gli avvocati delle due parti sono rimasti riuniti per trovare una via d'uscita alla questione. Tiz. Car.

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