di FABRIZIO MARCHETTI UN INCUBO.
È lui a catalizzare le attenzioni dei 45 mila dell'Olimpico: cori ostili dall'inizio, fischi, sonori, a coprire decisioni più o meno opinabili, infine la coreografia. Un cartellino rosso che scende dalla Curva con un eloquente «Trefoloni ti espelliamo» e con un invito provocatorio «e dopo ti aspettiamo». Il resto fa parte dei 90 minuti, cioè di quell'aspetto tecnico evidentemente condizionato da tanto livore ambientale. E negli ultimi minuti l'arbitro di Siena è riuscito a far infuriare Mancini. Il tecnico biancoceleste va giù pesante. «Trefoloni deve stare più attento. È già la seconda volta in tre settimane: per noi sono quattro punti che vogliono dire molto». È un arbitro preciso e fiscale e allora c'era una tirata di maglia in area su Inzaghi su una palla importante. Poi al 92' l'Udinese ha battuto una punizione in movimento: Trefoloni era lì che guardava la palla, doveva far ripetere la punizione o almeno far fermare la palla». Dopo il fischio finale Mancini si è avvicinato a Trefoloni e ha parlato da solo con l'arbitro: «Non mi ha detto niente. Non ha niente da dovermi spiegare». Il presidente Longo ripensa a quel dossier spedito in Federazione dopo il gol annullato contro il Chievo. «Mi rendo conto che l'arbitraggio non era facile, ma sulla categoria non saprei cosa dire. Io spero che da oggi in poi vengano preparati meglio, altrimenti dovremo pregare affinché Collina rimanga a dirigere sino a 70 anni». Longo distilla il suo pensiero sulla partita: «vorrei dire che l'Udinese ha meritato il pareggio, anche perché noi sul 2-0, forse, eravamo convinti che la partita fosse finita». Mancini annuisce e aggiunge. «Abbiamo avuto le occasioni per chiudere la partita e non le abbiamo sfruttate. Ora comunque pensiamo al derby. Prima o poi dovremo pur vincerne uno...Peccato per la sosta: ci ha penalizzato. Siamo rimasti fermi quindici giorni a causa del rinvio di Bologna e così abbiamo perso il ritmo negli ultimi dieci minuti, quando l'Udinese ci ha fatto soffrire. Peccato perché le nostre rivali si erano fermate e avremmo potuto fare un bel balzo in avanti». E il diggì De Mita rilancia: «Mancini ha ragione, l'azione del pareggio è viziata da una punizione battuta con la palla in movimento e c'era anche il rigore su Inzaghi. È la quinta volta che Trefoloni arbitra la Lazio, potremmo incontrarlo ancora in un'occasione e speriamo vada meglio, ammesso che ci capiti. Noi non lo possiamo ricusare, ci devono pensare i designatori a valutare in quali condizioni Trefoloni viene a dirigere la Lazio. Abbiamo perso due punti importantissimi però ora bisogna concentrarsi sulla finalissima di Coppa Italia contro la Juve e poi bisogna affrontare il derby con grandi energie. È vero che l'arbitro ha sbagliato, ma anche la squadra ha delle responsabilità considerando che era andata in vantaggio di due gol dopo pochissimi minuti. Non possiamo fermarci, ci aspetta una settimana importante». Anche la società è in fermento: oggi Cda per approvare la semestrale e presentare la bozza del piano industriale. Attesa per i movimenti di nuovi e vecchi investitori.