Juventus-Milan, si decide il campionato
È un Lippi ormai proiettato verso la fine del rapporto con Torino, ma intenzionato a lasciare ancora un segno importante prima di andarsene. Raccoglie i cocci della sua Juventus, in cui Montero recupera, ma Maresca lascia e Miccoli saprà solo domani pomeriggio se potrà andare in campo o almeno in panchina e lancia la sfida: «Si parla solo del Milan stratosferico e della Juventus alla fine di un ciclo, ma io guardando la classifica mi accorgo che tra quella squadra stratosferica e la mia piccola, ci sono sei punti di differenza e che se vinciamo domani sera diventeranno tre. Se Milan e Roma non avessero fatto un cammino da record (i giallorossi addirittura hanno fatto 22 punti più dell'anno scorso), probabilmente i primi in classifica saremmo ancora noi. È chiaro che ci occorre una partita perfetta e che se becchiamo gol dopo pochi minuti come è successo con il Deportivo, diventa tutto molto difficile. Ma noi siamo convinti di potercela fare». Lippi crede che il Milan, nonostante le assenze dell' avversario, tema comunque la Juventus: «Preferirei il contrario, ma so che non è così. Storicamente per il Milan affrontare la Juve è difficile, sempre e comunque. E so che loro ci considerano ancora una minaccia. È chiaro che anche noi speriamo che il Milan si fermi, come hanno fato gli altri quando ci definivate invincibili. Ma in Italia è sempre tempo di esagerazioni, come prima su di noi, così ora sul Milan». Lippi non si pronuncia sulla fortuna del Milan, che ha vinto partite a tempo quasi scaduto e ha trovato sorteggi favorevolissimi in Europa, segno inequivocabile che l'attuale è il suo anno. Ma sfiora il discorso-malasorte così: «Certo, bastava che si invertissero alcuni episodi con il Deportivo e cioè che Miccoli facesse gol e Del Piero si facesse male dopo. Non avremmo certamente subito il gol e in quella maniera». Ma nella stagione negativa della Juventus c'è anche una parte di responsabilità tecnica, come ha sottolineato ieri Tacchinardi, da dividere con tutte le componenti. Lippi prima se la cava con una sferzante ironia: «C'erano vari corsi a Coverciano, quello per vincere cinque scudetti in otto anni e un altro, per vincere tre Coppe campioni in otto anni, ma costava troppo e allora ci siamo iscritti solo al primo». Oggi, la Juve rischia di giocare con una punta vera soltanto, Di Vaio, che oltretutto non è un fulmine di guerra in questa stagione, ma Lippi si consola così: «Il Milan ha vissuto il proprio momento migliore in questa stagione giocando con una punta sola e ci proveremo anche noi». Ma incrocia anche le dita, perchè un Miccoli anche a mezzo servizio, oggi sarebbe oro puro per lui e la squadra.