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MONACO — Germania, analisi di un fallimento.

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Nessuna parteciperà ai quarti di Champions League, dopo le eliminazioni del Bayern Monaco di Ballack e dello Stoccarda che hanno seguito quella del Borussia Dortmund arrivata addirittura nei preliminari, nessuna è presente negli ottavi di Coppa Uefa, dove lo stesso Borussia Dortmund e lo Schalke 04 hanno salutato la compagnia al secondo turno, mentre il Kaiserslautern, l'Hertha e l'Amburgo non erano riuscite a superare neanche il primo. La crisi del calcio di Germania è ormai evidente e non casuale, visto che già l'anno scorso la situazione era molto simile: nella Champions dominata dalle italiane non c'erano tedesche ai quarti; in Coppa Uefa l'Hertha Berlino e lo Stoccarda avevano raggiunto gli ottavi, ma non erano andate oltre. Una situazione desolante, migliore soltanto della stagione 1983/84, in cui non si vedevano formazioni germaniche nei quarti di finale delle coppe, che allora erano tre. Sul principale quotidiano nazionale, la Bild, oggi si legge: «Arrivederci Europa. Ormai siamo soltanto spettatori». Loro, i protagonisti del fallimento, non cercano troppi alibi. «Questa stagione europea è la peggiore degli ultimi 20 anni» dice Dieter Hoeness, general manager dell'Hertha Berlino: «Dobbiamo ammettere che c'è qualcosa da migliorare nel nostro calcio». Franz Beckenbauer, leggenda vivente tedesca e presidente del comitato organizzatore dei Mondiali del 2006, aggiunge laconico: «La situazione è diventata davvero imbarazzante». Meno drammatica l'analisi di Reiner Calmund, general manager del Bayer Leverkusen: «è normale che le squadre italiane, spagnole e inglesi vadano meglio in Europa, perchè hanno risorse finanziarie maggiori. Non vedo il motivo di farsi prendere da crisi isteriche». Ma intanto il popolo tedesco si interroga. Dopo aver già perso a scapito dell'Inghilterra il quarto posto in Champions League, la Germania adesso rischia il sorpasso della Francia (ancora cinque squadre in corsa) nella quarta posizione della classifica Uefa per nazioni. Non certo un bello slogan in vista dei Mondiali da giocare in casa.

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