Champions League I rossoneri dilagano nel finale e volano nei quarti
La Champions, dopo aver perso la squadra vicecampione, vede restare in gioco i trionfatori di Manchester. La squadra di Ancelotti piega i coriacei ceki dello Sparta Praga e vola nei quarti di finale della più prestigiosa competizione continentale, facendo capire di voler imporre in Europa quell'egemonia che sta già sottomettendo il campionato. La partita con lo Sparta si rivela essere proprio come Ancelotti se l'aspettava alla vigilia: difficile. I ceki si difendono con ordine. E l'avvio di gara per il Milan è tutt'altro che brillante. Guidati da Pirlo e Kakà, gli uomini di Ancelotti prendono subito in mano le redini della partita, giocano bene e schiacciano lo Sparta. Salvo poi perdersi negli ultimi 20-25 metri. I rossoneri dovrebbero allargare il gioco, anziché intestardirsi nel voler sfondare per vie centrali. Ancelotti chiede a Shevchenko di andare a cercare spazi a sinistra. Anche perché i lanci lunghi dei vari Pirlo e Maldini non portano buoni frutti. All'8', su lancio di Pirlo, Sheva scatta e fa secco Blazek. L'arbitro, in ritardo, annulla per un fuorigioco che pare esserci. Per il resto, gli spioventi rossoneri sono preda dei centrali ceki Hubschman e Johana. Lo Sparta, sterile in avanti, replica timidamente con qualche tiro da lunga gittata (come quello di Hubschman al 30') che fanno dormire a Dida sonni tranquilli. I primi 45' vanno via su questa falsa riga fino al 47', quando il Milan finalmente allarga il gioco, serve Cafù che crossa per Inzaghi. Bellissimo il colpo di testa del centravanti che anticipa Johana e batte Blazek per il vantaggio milanista. La questione però non si chiude qui. La ripresa riserva ancora sorprese. Il Milan nei primi minuti amministra il vantaggio, ma l'inserimento di Jun per Zelenka cambia le carte in tavola. Al 14' Michalik va sul fondo e serve Jun con la complicità di Nesta. Il giovane ceko, solo soletto, pareggia. Per fortuna il Milan non si da per vinto e continua a giocare senza perdere la testa. Il resto lo fanno i giocatori che fino al 21' si erano un po' nascosti: Pancaro e Shevchenko. Cross del terzino, stacco di Sheva e gol-scaccia incubi. A chiudere i conti (34') ci pensa ancora l'ucraino, che, ispirato da Kakà, finalizza il più classico dei contropiede. Il poker di Gattuso (40') serve solo agli almanacchi. Proprio come lo scorso anno con l'Ajax, il Milan soffre, lotta e alla fine si qualifica con merito.