di LUIGI SALOMONE LA SUA Lazio non ha giocato domenica ma Roberto Mancini ha molte cose da dire.
L'unica cosa sarà quella, se possibile, di fare anticipare la partita dalle 20.30 alle 18. Per noi sarebbe meglio tornare a Roma in serata e non a notte fonda». Qual è il suo pensiero sulla lotta per lo scudetto? «La cosa straordinaria di quest'anno è che Roma e Juventus volano, ma sono seconda e terza. Il Milan sta facendo un campionato davvero incredibile, ma non penso possa fare 84-85 punti. Devono calare». Come spiega il vantaggio della capolista sulle inseguitrici? «Finora i rossoneri sono stati più costanti della Roma, per questo sono davanti: la squadra di Ancelotti ha avuto solo lo scivolone casalingo con l'Udinese, i giallorossi invece sono incappati in diversi infortuni, come il pari di Ancona e il ko di Brescia, oltre a perdere lo scontro diretto». E la Juve non molla mai... «Non gioca benissmo e fa risultato: fossi nelle altre squadre mi preoccuperei». È stata un'altra giornata di campionato ricca di polemiche arbitrali. Qual è la sua ricetta? «Gli assistenti devono sbagliare di meno: hanno dato loro troppi compiti ma il primo pensiero deve essere quello di sbandierare il fuorigioco». La moviola in campo? «Si potrebbe anche provare, ma mi sembra un'idea esagerata». Cassano incanta, può essere l'uomo giusto per la nazionale? «È fortissimo e ha un grande futuro. Sta facendo cose straordinarie e merita di andare agli Europei». Torniamo alla Lazio e alla lotta per il quarto posto. «Il Parma ha i nostri stessi punti, l'Inter non ha mollato, ma molto dipende da noi. Abbiamo tutto per centrare l'obiettivo anche se non sarà facile». E domenica c'è l'Udinese. Che partita si aspetta? «Sarà difficile batterli. Sono una bella squadra, che gioca bene e con giovani interessanti. Non è più una sorpresa visto che da anni finisce sempre a ridosso delle grandi». Passiamo ai problemi del calcio. Come giudica l'indagine della Guardia di Finanza sui bilanci delle società? «Dico solo che per la tranquillità di tutti è meglio che la cosa si risolva al più presto». Il suo pensiero sul lodo Petrucci che cuole salvare il titolo sportivo delle società che dovessero fallire?. «Credo sia giusta la proposta del presidente del Coni. Una società che fallisce deve potere mantenere la categoria, perchè le squadre appartengono alle città e ai tifosi. La Fiorentina non avrebbe dovuto fare quella fine...». Ma non avrebbe nemmeno dovuta essere ripescata in B. «Non devono esserci favoritismi per le grandi piazze, squadre come Palermo, Napoli o Genova, solo per fare degli esempi, devono conquistarsi le promozioni sul campo». Da giugno la serie A avrà venti squadre. Che ne pensa? «Assurdo. Io ho sempre pensato che la formula ideale sia a 16, figuriamoci». L'ultima è sulla situazione finanziaria della lazio. Che si prova a trovarsi sempre in bilico? «È come quando sai che deve arrivare un uragano, ti prepari, ma hai comunque paura. Poi quando ci stai dentro ti abitui. E visto che noi ci siamo dentro da due anni, ormai siamo abituati. Pensiamo solo al campo e basta». Ma esiste secondo lei una soluzione dei problemi? «Personalmente credo nell'azionariato popolare, è una bella cosa».