FA PERFINO ridere rievocare esternazioni varie abbastanza recenti, con la prospettiva di una maglia azzurra ...
Contro l'Inter, Cassano ha messo in scena un repertorio raramente riscontrabile nella storia degli ultimi anni: dagli assist ai lanci prodigiosi, ai gol di classe, alle volate che non lasciano scampo. Non aveva torto, il bimbo che Capello ha svezzato con sapienza: dell'Under 21, lui non sapeva che farsene, l'obiettivo era più alto. Qualcuno l'ha definita presunzione, altro non è che piena consapevolezza del proprio genio calcistico. La mente blindata Indispensabili: una convinzione a prova di bomba, un'applicazione feroce, un'ispirazione più che felice. A tutti questi in-put la Roma ha saputo felicemente adeguarsi nell'affrontare, a poche ore di distanza dal balzo provvisorio a più otto attuato dal Milan, un'avversaria malmessa ma temibile per orgoglio e tradizione, come l'Inter disperatamente votata a trarsi da una buca sempre più profonda. Hanno un grande merito, Capello e i suoi ragazzi: il primo si è votato a una sorta di blindatura della mente, cancellare l'immagine del Milan dilagante e le prospettive del calendario; i giocatori lo hanno seguito senza dare il minimo segno di cedimento. Sistema nervoso a prova di bomba, serenità assoluta non incrinata da una serie di decisoni sfavorevoli, voglia di crederci fino in fondo. Le cifre restano da capogiro, e non soltanto per la capolista, Totti e compagni hanno segnato cinquantacinque gol subendone appena undici, media superiore alle due reti a partita. L'obbligo è quello di tenere il passo anche perché, se il Milan dovesse continuare a produrre miracoli, non va dimenticato che il secondo posto assicura l'ingresso diretto in Champion's League, vantaggio tutt'altro che trascurabile. Il fair play Alle spalle di Milan e Roma, resta arroccata la Juventus. Che è ben lontana da offrire spettacolo ai livelli di quelli prodotti dalle prime due, e costruisce dunque il suo castello di speranza sul cinismo, ma soprattutto sulle caratteristiche che a lungo le hanno consentito di primeggiare ben oltre i suoi meriti. Parlo dell'acquiscenza degli arbitri, soprattutto gli emergenti. Mentre Collina va ad Ascoli, Bertini offre entrambe le mani a una Juventus sul punto di annegare, dirigendo come quei famosi suoi colleghi in livrea, che valutano identiche situazioni con metro diverso, e mai una volta in modo che Moggi debba lamentarsene. Inutile fare appello ai designatori, latitanti, ma forse Carraro potrebbe restituirci Collina: anche per la Roma, che è da vertice. Il rigore procuratosi da Nedved non sorprende perché ricalca anche molti atteggiamenti simili di questo giocatore, paragonabile per lealtà a una banconota da dodici euro. Ma nell'assegnare il Pallone d'oro, non era previsto che si tenesse conto anche del fair-play?