ZHIRINOVSKI ha avuto la meglio: per ora.

Fermo per quanto riguarda la chiusura di una trattativa che, continua sottotraccia tra le due parti in continuo contatto con scambio dati e pareri «illustri» sui dettagli di un affare molto complicato da portare a termine. Le elezioni che si svolgeranno a Mosca il giorno 15, sono quindi, come già detto, un «vincolo» imprescindibile richiesto da leader del partito liberal democratico in persona al magnate del petrolio russo che vuole comprare la Roma. In questa fase di «stanca» della trattativa, la controparte moscovita sta cercando il legale per rimpiazzare l'avvocato Salvatore Trifirò «silurato» nei giorni scorsi. La nomina del nuovo legale dovrebbe arrivare già lunedì. Da lì ci sarà una nuova accelerazione nelle operazioni che comunque non diventeranno ufficiali prima della fatidica data elettorale. Secondo indiscrezioni filtrate dall'ambiente moscovita, le due parti sarebbero a questo punto davvero molto vicine, con il presidente Sensi pronto a rinunciare a qualcosa ed eventualmente disponibile ad aprire uno spiraglio a «discorsi petroliferi» più ampi nell'affare calcistico. Già, perché ai russi, tra l'altro, farebbe gola la piattaforma petrolifera di Civitavecchia che fa capo al numero uno giallorosso. Intanto nella capitale iniziano le consultazioni per cercare l'eventuale cordata che porterebbe al «salvataggio» della Roma nel caso la trattativa con i russi dovesse fallire. Dopo l'incontro dei giorni scorsi tra Capitalia e la famiglia Sensi, l'istituto di credito ha iniziato la ricerca sul mercato. E si stanno muovendo i pezzi «pesanti» della politica capitolina con Regione (Storace), Provincia (Gasbarra) e Comune (Veltroni) in prima fila. Il primo giro di consultazioni con imprenditori romani, avrebbe portato finora solo a risposte negative: anche se i segnali per un eventuale chiusura in extremis, sarebbe positivi. Insomma, se servisse davvero, ci potrebbero essere degli imprenditori pronti a fare dei sacrifici per salvare la società giallorossa. Tiz. Car.