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Roma ai russi, si tratta a oltranza

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Il cuore dei tifosi sta già palpitando per la sfida contro l'Inter, ma lo sguardo è sempre attento a tutto quello che accade intorno alla società e all'ormai, di fatto annunciato, passaggio di consegne ai vertici societari. Che cosa accadrà per ora è difficile dirlo, magari si può prevedere tramite sensazioni e qualche fonte più o meno attendibile. Al momento, la scadenza principale è quella di consegnare all'Uefa tutte quelle carte che possano certificare un bilancio in regola tale da consentire ai giallorossi, l'iscrizione alle competizioni europee della prossima stagione. Poi, il presidente Sensi si occuperà di un risanamento pressoché totale delle situazioni debitorie così da consegnare nelle mani del prossimo proprietario una società con una buona base di partenza. Ma a chi il patron romanista consegnerà il tutto? La pista più attendibile porta alla ormai famosa cordata proveniente dall'Est: i russi, nonostante le smentite e le notizie di rottura e fallimento di ogni trattativa. In realtà uno stop nei colloqui tra le parti c'è stato, eccome, ma la sensazione è che non sia una cosa così drastica e che i margini per una riapertura possano esserci. Vuoi per i buoni rapporti allacciati da Baldini, vuoi per per gli affari che questi signori del petrolio, potrebbero fare avendo come base il centro dell'Europa. Il famoso viaggio a Mosca, più volte smentito, a questo punto sembra solamente rimandato, magari con cambio di sede: Londra o Parigi con quest'ultima fortemente accreditata in quanto sede di un ufficio legale vicino alla Nafta Moska. Ieri, in conferenza stampa, il giovane De Rossi, ha voluto dire la sua anche sulle situazioni che riguardano la società. «Che siano russi o di altri paesi la cosa importante è che chi arriva porti i soldi. Poi è logico, io sono romano ed a parità di offerta economica, preferirei un italiano alla guida del club. Per Sensi mi dispiace molto, è una persona buona ed educata che ha fatto sempre il massimo per la Roma». Verso Roma-Inter La buona notizia arriva da Vincenzo Montella. Ieri l'aereoplanino giallorosso si è allenato con i compagni, partecipando anche alla partitella in famiglia. Ora spetterà a Capello decidere se l'attaccante è recuperato ed in grado di essere convocato per la gara di domenica sera contro i nerazzurri. Per il resto preoccupano ancora le condizioni di Chivu, che non si è allenato, di Dacourt e la pubalgia di De Rossi. «Il dolore è forte ed altalenante - ha detto il centrocampista - ed al momento non posso dire di sentirmi bene. Io non ho mai rifiutato dei farmaci, quello che ho preso è sempre stato controllato e deciso insieme allo staff sanitario. Ho solo detto che era meglio lavorare di più su altre cose visto che quelle medicine mi davano problemi di stomaco e quindi ho smesso, ripeto, nessuno mi ha mai imposto nulla. Ringrazio Cassano che ha sempre cercato di tirarmi su di morale». Poi, il calcio. «La regolarità del Milan è eccezionale, noi ci crediamo e siamo li pronti ad approfittare di un loro sbaglio. Ma se non ne commetteranno, allora è giusto che vincano lo scudetto. L'Inter? Mi aspetto una partita agguerritissima come all'andata. Noi dobbiamo solo vincere».

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