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Roma ai russi, l'ora della verità

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Oggi la Roma con i piedi di Totti e compagni è al Tardini impegnata contro i padroni di casa, ma con la mente, tifosi, addetti ai lavori ed in parte anche i giocatori, chiederanno notizie su quanto accadrà in società. Subito dopo il match, infatti, alle diciotto negli uffici del presidente Sensi a Villa Pacelli, è prevista una riunione importante del CdA giallorosso. Lo stesso Consiglio di Amministrazione che doveva andare in scena venerdì scorso e che è saltato per motivi organizzativi. Ovviamente verranno verificate le varie situazioni debitorie della società giallorossa e, come richiesto dagli organi competenti, verranno fatti i resoconti del bilancio. Il discorso inevitabilmente scivolerà sugli incontri avuti nei giorni scorsi con i russi della Nafta Moskva. Il presidente Sensi verrà relazionato su quanto è accaduto, propedeutico a prendere alcune decisioni importanti sul destino della Roma. La sensazione però è che se ci sarà passaggio di consegne sarà ancora una cosa lunga e laboriosa. In ogni caso non sono da escludersi sorprese. In merito all'ingresso della cordata russa nel pacchetto di maggioranza della società di Trigoria, si è espresso anche Fabio Capello. Il tecnico romanista, per una delle prime volte, ha voluto dire la sua, anche se il discorso è stato di carattere generale. «In un contesto di globalizzazione, le frontiere devono essere aperte per tutti. La cosa importante è che si tratti di persone serie e per quanto ne so io queste lo sono. Chi porta risorse nuove nel calcio per rivitalizzarlo è sempre ben accetto. E poi se è stato Pescante a dire che questi russi sono seri, dobbiamo fidarci della parola di un uomo di governo». All'ordine del giorno c'è l'approvazione della relazione semestrale al 31 dicembre 2003 ma Franco Sensi, ancora in qualità di presidente, probabilmente comunicherà anche agli altri componenti l'offerta russa da 400 milioni di euro (250 per pagare i debiti, 50 per il calciomercato, 100 all'attuale proprietario) per acquistare il club. Oggi, poi, è anche il giorno della prima scadenza per mettere in regola il club con i parametri Uefa. Sensi ha firmato una lettera di intenti con la Nafta Moskva, in cui concede al gruppo russo di poter studiare completamente i conti della società, ma sempre Sensi ha più di un dubbio prima di chiudere un'era. La sua. Il presidente è innamorato della sua squadra, fondata, tra gli altri, dal padre Silvio, a cui ha dato tutto in questi suoi anni da numero uno giallorosso. Il presidente ha sempre pensato alla Roma da innamorato più che da imprenditore e da imprenditore, ancora oggi, avrebbe anche le possibilità per poter andare avanti da solo nel caso in cui arrivassero i soldi dagli Aeroporti di Roma. Sensi ha paura delle speculazioni che si possono fare sulla Roma, avrebbe inizialmente preferito lasciare a degli acquirenti romani, ma il tempo è arrivato. I russi sono alle porte. Sono a Roma almeno dal 10 febbraio, quando nella capitale è stato avvistato Valery Simenov, rappresentante della Nafta Moskva. L'offerta è di quelle irrinunciabili, si è già parlato delle modalità di ingresso con i russi a ricoprire l'intera ricapitalizzazione della società promessa da Sensi entro aprile (circa 130 milioni di euro), e ormai la benedizione arriva da tutti. Prima le banche, poi il mondo della politica.

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