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GAZIANTEP — Roma distratta, Roma svogliata.

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Questa almeno l'impressione che i giallorossi hanno trasmesso dal campo. Tutto chiaro dunque? Non per Fabio Capello il quale, pur riconoscendo di non aver visto una bella Roma, nega che le trattative per la possibile vendita ai russi possa aver inciso sulla 'lezionè subita dai turchi del Gaziantepspor. «Le voci dall'Italia? — dice a muso duro l'allenatore giallorosso — Io rispondo solo sulla partita. Mi rifiuto di pensare a queste cose. E poi chi ha giocato oggi (ieri, ndr), il presidente Sensi o la Roma?». Sarà che in questo momento la Roma pensa più al campionato che alla coppa Uefa. Fatto sta che la sensazione è che i giallorossi abbiano preso un pò sotto gamba l'impegno. Va bene le assenze di Totti, Cassano e Pelizzoli, ma questo non può bastare. «Non abbiamo giocato una buona partita — ammette Capello —. Nel primo tempo non abbiamo avuto la cattiveria giusta e per cercare la porta. Ma credo che il Gaziantepspor una volta in vantaggio abbia giocato come preferiva. Se Carew avesse segnato all'inizio loro si sarebbero sbilanciati in avanti e la partita sarebbe cambiata». Il tecnico non è comunque sorpreso da quanto fatto vedere dai turchi: «Una squadra che batte 3-0 e 3-1 il Lens ha dei valori». Comunque Capello non è certo tipo da abbattersi e già pensa alla rivincita: «Dobbiamo ribaltare il risultato in casa. Su questo sono fiducioso. Ma - ripete - la Roma deve giocare da Roma». Anche i giocatori reagiscono compatti ai sospetti societari. «Dobbiamo pensare a giocare, non ad altro...» taglia corto Emerson. «Una cosa è il campo, un'altra è i problemi societari» concorda Mancini. Ancora più esplicito De Rossi: «Non spetta a noi pensare a certe cose, lasciamo fare la società». Per l'impegnativa trasferta di domenica a Parma, sono da verificare le condizioni di Dacourt. Il francese è uscito verso la fine della partita, a causa di un problema muscolare ad una coscia.

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