di FRANCO BOVAIO LA Roma non ha proprio digerito questa trasferta al limite estremo ...
Così, al di là delle assenze, quella che ha affrontato il Gaziantepspor è parsa una squadra deconcentrata e svogliata, soprattutto in quegli uomini che giocando meno dovrebbero farsi trovare più pronti. Mai una palla pulita servita ai già statici Carew (un fantasma) e Delvecchio; mai uno sprazzo di bel gioco; solo un ricorso ossessivo al lancio da dietro, sintomo di chi fatica a creare pericoli. Il Gaziantepspor, invece, ha affrontato la gara come se fosse la finale delle finali e le sue motivazioni hanno avuto la meglio, come sempre avviene nel calcio. Così, dopo un'occasione grossa come una casa fallita da Carew al 6' (liberato da un errore di Memet), i turchi passavano in vantaggio al 19' con Yusuf che, entrato in area da dietro e mal controllato da Lima e Chivu, batteva di piatto Zotti. Tante le disattenzioni difensive e in due di queste Lazarov concludeva a lato di testa. A parte un gol giustamente annullato a Delvecchio per off-side, la Roma stava a guardare e Capello si infuriava in panchina. Nella ripresa le cose non cambiavano e meno male che prima Zotti (gran parata con la punta delle dita) e poi la traversa (di Johnson, al 27') negavano il raddoppio ai turchi. La partita filava via con la Roma che provava a trovare il pareggio (tiri fuori di Delvecchio, Dellas e Tommasi) e il Gaziantepspor che si difendeva con ordine. Appuntamento all'Olimpico tra meno di una settimana, con i giallorossi che, per conquistare la qualificazione, dovranno essere molto più determinati di ieri.