di FABRIZIO MARCHETTI LA LAZIO cerca la luce in fondo al tunnel.
Il titolo ieri è andato alla deriva: -12,8%, un crollo verticale, azioni ai minimi storici. Nell'ultimo mese la società biancoceleste ha perso a Piazza Affari circa il 42%, sintomo del disimpegno degli azionisti. Che anche ieri, attraverso Ricucci, hanno contribuito ad alimentare l'incertezza sulla futura ricapitalizzazione. L'immobiliarista, impegnato nella scalata-Bnl ha glissato sul proprio orientamento in merito al prossimo aumento di capitale, con un laconico «vedremo. Ancora ci dobbiamo riunire, non abbiamo deciso nulla». In realtà il dato è tratto, la Lazio deve immettere forze fresche fino a 120 milioni, che a oggi, nella più ottimistica delle proiezioni, sarebbero circa 80. Alla fine Ricucci e Ligresti dovrebbero rimanere nella compagine azionaria con un complessivo 8,4%. Poco, troppo poco per aggrapparsi a una reale scialuppa di salvataggio. Capitalia confermerà il proprio 5,76% ma, attraverso Mediocredito, ha declinato l'ipotesi realtiva alla costituzione di un consorzio di garanzia. L'attuale management s'è rivolto altrove, cercando la sponda-Bnl, che, al momento, s'è tirata fuori anche dal discorso ricapitalizzazione. Insomma mancano i punti di riferimento e l'avvio dell'aumento, inizialmente previsto a inizio marzo, slitterà a metà mese. In vista un Cda per fissare il prezzo di emissione delle azioni (valore nominale 0,60 con possibile sovrapprezzo), preludio per la presentazione del prospetto informativo al mercato. Intanto, la mancanza di certezze, fa slittare la firma sui rinnovi contrattali (almeno quelli di Peruzzi e, probabilmente, Mihajlovic) e allontana l'accordo sulla proroga del piano-Baraldi. Le richieste dei giocatori, già firmate, sono state in parte rigettate dalla società. Che ha risposto ai calciatori: sarà difficile un nuovo punto d'incontro, destinata quindi a saltare la conversione degli stipendi arretrati in azioni. Capitolo licenza-Uefa: la Lazio ha presentato gran parte della documentazione necessaria per ottenere l'ok dall'organo internazionale. Il nodo dei cinque mesi relativi al piano-Baraldi è tutto da decifrare (almeno a livello di liberatorie già arrivate ma legate al precedente accordo), mentre Irpef e Valencia non costituiscono motivo d'apprensione perché oggetto d'un contenzioso ancora in atto tra le parti e quindi fuori dai parametri richiesti dall'Uefa. Attesa per l'ingresso d'un nuovo investitore: c'è chi lavora all'estero per capire i meandri del bilancio biancoceleste. Una decisione definitiva, dopo un periodo di riflessione, arriverà entro metà settimana. Una questione imprenditoriale, ma anche di passione. Le due componenti di cui ha bisogno la Lazio per continuare a volare alto.