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Roma ai russi, ore decisive

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La trattativa c'è eccome, e dopo il botta e risposta a colpi di fax tra gli avvocati giallorossi e quelli russi, ieri l'ennesimo incontro: probabilmente quello decisivo. Negli studi della Pavia e Ansaldo a Palazzo Torlonia in via Bocca di Leone 78, s'è lavorato fino a notte fonda. Una pausa dello staff attorno alle 21.30, ma giusto il tempo di andare in rosticceria a prendere qualcosa da mangiare: poi di nuovo tutti a lavoro. L'obiettivo è definire al meglio i dettagli dell'affare che Sensi potrebbe ufficiliazzare nel prossimo cda in programma per domani. La cessione della Roma sarebbe così a un passo con il presidente giallorosso che rimarrebbe con carica «onoraria» e cederebbe la mano ai nuovi padroni: i russi. Ma bisognerà aspettare ancora 48 ore per sapere tutto «ufficialmente» su Kerimov, la Nafta Moskva e tutto il resto. Sarà lo stesso presidente a spiegare tutta l'operazione ai suoi consiglieri. La trattativa aveva visto il primo contatto il 29 gennaio scorso nella capitale: lo staff russo, capitanato dall'intermediario Semenov, avrebbe presentato l'offerta e la Roma preso tempo per valutare e analizzare la validità della stessa. Tutte positive le risposte «economiche» cercate dallo staff giallorosso che ha avuto notevoli riscontri sulle possibilità del colosso russo: praticamente illimitato il budget a disposizione del magnate del rame russo Kerimov. Ma l'affare, quello vero, si è concretizzato il 16 febbraio, giorno nel quale Valery Semenov, sempre lui, si è incontrato con gli avvocati della società di Sensi per definire i termini dell'affare. L'incontro sarebbe avvenuto in una villa a Monte Mario. Semenov, atterrato all'aeroporto di Ciampino con un jet privato della società intestata a Kerimov, ha fatto scalo all'hotel Hassler e si è mosso per tutta la durata della sua permanenza a Roma, a braccetto con l'avvocato (siciliano) Di Giovanni: consulente per l'Italia del magnate russo secondo produttore di rame sovietico. Insomma tutto confermato, con tanto di dettagli e indiscrezioni e la questione sarebbe ormai in mano agli avvocati. L'offerta, come già ampiamente detto e scritto, sarebbe di poco superiore ai 400 milioni di euro, più una buonuscita per Sensi (circa 100 milioni), e altro capitale pronto per «restare in alto». Già, perchè il contatto con la Roma sarebbe poi andato anche oltre. L'intermediario russo avrebbe voluto incontrare anche Baldini e soprattutto Capello. Pomeriggio movimentato per i due romanisti che seminano i fotografi della capitale, per andare a incontrare i futuri proprietari della Roma. L'incontro sarebbe poi avvenuto, di sottecchi, proprio a ridosso della pista di decollo a Ciampino, pochi attimi prima che Semenov risalisse la scalette del jet privato per il rientro a Mosca dove doveva relazionare l'avvenuto a patron-Kerimov. Capello avrebbe avuto assicurazioni sul futuro della società e soprattutto sulla competitività della squadra. Forse proprio per questo nei giorni successivi il tecnico giallorosso, che comunque, non ha mai voluto rilasciare dichiarazioni in merito, è apparso tranquillo sul futuro societario. Verrebbero infatti confermati tutti i pezzi pregiati dell'attuale rosa e verrebbero messi a sua disposizione soldi cash per agire sul mercato. I russi vorrebbero entrare in Italia con una squadra vincente, operazione che farebbe guadagnare a Kerimov & Co., molti punti in chiave immagine. La cosa sembrerebbe confermata anche dall'improvviso cambia di direzione della società giallorossa che, dopo un periodo economico molto complicato, ha iniziato a pagare tutti e risolvere rapidamente tutti i nodi finanziari in vista delle licenze Uefa: scadenza prevista, guarda caso, proprio entro il giorno 28 febbraio. Il giorno dopo il fatidico Cda. Che la Roma stia già utilizzando i soldi dei nuovi padroni? Forse, la verità tra 48 ore.

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