di FRANCO BOVAIO IL GIORNO dopo lo 0-0 di Praga lascia ancora molto amaro in bocca in casa Milan.
Gli zero gol segnati (o meglio, i troppi falliti) nonostante le due punte, poi, spingono Ancelotti a tornare sul modulo, con una precisazione che sembra quasi d'obbligo: «Per la trasferta di Praga avevo deciso di giocare con le due punte già prima della dichiarazione del nostro presidente che, dunque, non mi ha affatto condizionato nelle scelte». Insomma, la coppia Inzaghi-Shevchenko è stata messa in campo dal buon Carletto solo in omaggio al turn-over, non perché imposta dall'alto. D'altronde che le due punte siano una delle possibili varianti dei suoi schemi lo dicono anche i numeri visto che, nelle 38 partite ufficiali fin qui disputate, il tecnico le ha impiegate ben 28 volte. Solo 10, invece, le gare in cui si è affidato all'attaccante unico supportato dai trequartisti e tra queste spicca la vittoria dell'Olimpico con la Roma, in cui giocare con il solo Shevhcenko fu la vera mossa vincente (anche se obbligata dall'infortunio di Inzaghi). Al di là dei gusti presidenziali, infatti, i numeri dicono che il Milan più forte è quello con una sola punta, capace di vincere 8 delle 10 gare così giocate (in pratica l'80% di esse) pareggiando le altre 2 e facendo una media punti a gara di 2,6. Con le due punte davanti, invece, ha vinto 17 partite su 28 (più o meno il 60% di esse), ne ha impattate 6 e ci ha rimediato tutte le 5 sconfitte stagionali (con Udinese, Bruges, Celta Vigo e le due con Lazio), per una media punti-partita pari a 2,03. Senza tener conto del fatto che con i due attaccanti Kakà trova meno spazi in cui esprimersi sotto porta e che con essi la squadra sembra anche meno coperta in difesa, che pure con 13 gol subiti è la seconda migliore del campionato e con 3 reti al passivo è una delle meno battute della Champions. Restando solo alle 5 gare perse, ad esempio, si nota che in esse il Milan ha subito ben 11 gol, ovvero poco più di 2 a partita, media ben lontana dal suo rendimento difensivo standard stagionale. Insomma, i numeri non danno ragione al Cavaliere, anche se le tante occasioni create l'altra sera a Praga lascerebbero credere il contrario. In attesa della Lazio la disputa continua. lascerebbero credere il contrario. In attesa della Lazio la disputa continua.